Moria di pesci e di gran parte della fauna acquatica del torrente Veglia (Veggia per i locali) è stata segnalata all’Arpa ieri, martedì 21 giugno, a Trinità dall’antropologo Adriano Favole. “Si tratta di una perdita enorme – dice Favole che risiede vicino al torrente -. Negli ultimi anni ho tenuto d'occhio questa fauna di sorgente ricchissima (vaironi di diverse specie, scazzoni, bottatrici, cozze di fiume ecc.). Ora è tutto morto sul greto di una sorgente già ridotta all'osso dalla siccità. Ringrazio l'Arpa che è prontamente intervenuta ed ha fatto una relazione che dovrebbe permettere di risalire ai responsabili del crimine ambientale. Rimane una frustrazione infinita perché, complice l'impoverirsi dei fiumi a valle, è una fauna persa per sempre. Vorrei che questa devastazione non passasse in silenzio. La sorgente/torrente Veggia è l'origine stessa del paese di Trinità perché da secoli ha offerto una riserva d'acqua permanente che oggi non è più tale per la siccità e per le devastazioni criminali. Tristezza infinita nell'anno in cui l'ambiente ci sta presentando il conto: un conto del tutto prevedibile, di cui alcuni di noi parlano da anni, inascoltati da una politica incapace e da un'opinione pubblica quasi del tutto indifferente al futuro”.
“La causa, in seguito a analisi approfondite - dicono dall’Arpa -, non è ascrivibile come supposto dal primo sopralluogo a un inquinamento diffuso ma per asfissia causata dalla mancanza di ossigeno. Il fenomeno, che purtroppo si ripete ogni estate, quest’anno è acuito a causa della siccità: manca l’acqua quindi diminuisce l’ossigeno e i pesci muoiono per asfissia”. Dall’Arpa segnalano che durante i sopralluoghi sono state rinvenute le carcasse di altri pesci, ritrovamento che fa supporre che l’assenza di ossigeno nell’acqua sia già iniziata da alcuni giorni.
Moria di pesci nel torrente “Veggia” di Trinità
La morte dovuta da asfissia, secondo l'Arpa, dipende dalla siccità