Le brevi piogge di mercoledì non hanno purtroppo portato sollievo ad una situazione che continua a crescere nella sua criticità, colpendo in particolare la pianura padana. Ad oggi sono oltre 250 i Comuni piemontesi che hanno emesso o stanno per emanare ordinanze relative all’emergenza idrica e per un uso responsabile dell’acqua: 83 nelle province di Novara e Vco, 9 in quelle di Biella e Vercelli, 93 in provincia di Torino, 9 nel Cuneese (ivi comprese le città di Saluzzo e Mondovì) e 58 in provincia di Alessandria, mentre non risultano al momento ordinanze sul territorio astigiano.
Intanto, dalla ricognizione effettuata dalla Regione, i concessionari dei bacini idroelettrici hanno dato la propria disponibilità a rilasciare per l’agricoltura circa 2,5 milioni di metri cubi d’acqua al giorno, come quota massima che consente di non intaccare i contratti delle forniture di energia in essere, avendo loro stessi al momento solo il 50% in media delle normali riserve.
Non bastano. Per questo, il Piemonte confida nel riconoscimento dello Stato di emergenza per siccità che, come ha lasciato intendere il Capo Dipartimento Fabrizio Curcio nell’incontro di mercoledì 22 giugno a Roma con la Conferenza delle Regioni, potrebbe essere dichiarato la prossima settimana. Nel frattempo - come ha confermato lo stesso Curcio - verranno definiti gli interventi da realizzare con lo stato di emergenza.
Per il presidente della Regione Alberto Curcio e i suoi assessori Matteo Marnati (Ambiente) e Marco Gabusi (Difesa del suolo) la necessità più immediata è utilizzare i bacini idrici, il Lago Maggiore e il Lago di Garda. Sono bacini dei concessionari, ma la dichiarazione dello Stato di emergenza e una figura commissariale che ragiona in termini nazionali potrebbero sbloccarne l’utilizzo per dare acqua alle coltivazioni e agli allevamenti.
In parallelo – aggiungono - “il percorso dello stato di emergenza deve essere affiancato da quello relativo alla richiesta dello stato di calamità per l’agricoltura e dovrà contenere le misure di ristoro per le spese sostenute dai Comuni e per quegli interventi in grado di mitigare il fenomeno, fino ai danni dovuti all’uso di autobotti, ma anche per gli interventi infrastrutturali da realizzare rapidamente e che hanno un’efficacia quasi immediata”.
A tal proposito, la Regione Piemonte procederà ad una ricognizione urgente delle infrastrutture per individuare quelle progettualità che possono essere avviate subito per potenziare e rafforzare la rete idrica e mitigare l’emergenza.