Il voto degli elettori al ballottaggio per il sindaco a Cuneo e Savigliano, le due sole città della Granda impegnate nella tornata elettorale di domenica 26 giugno, ha confermato quanto era largamente previsto. A Cuneo ha vinto Patrizia Manassero (Centrosinistra), a Savigliano Antonello Portera, alla guida di una coalizione civica. Tutti e due erano saldamente in testa dopo il primo turno. Eppure, per entrambe le città, si tratta di un’elezione diversamente “storica”. Patrizia Manassero è, infatti, la prima sindaca di Cuneo: grande traguardo per una città che, fino ad oggi, aveva declinato il ruolo di primo cittadino soltanto al maschile.
Antonello Portera ha sfatato, invece, un altro “tabù”: la leadership del Centrosinistra nella città del pendolino, che durava ormai da 27 anni con i sindaci Soave (tre mandati), Comina, Cussa e Ambroggio, e che si è interrotta nell’anno della spaccatura tra due dibversi candidati. Curioso che non sia riuscito a spodestarlo il Centrodestra, ma un ex pentastellato, alla sua terza candidatura da sindaco (la prima senza le insegne del Movimento 5 Stelle), sostenuto da un rassemblement trasversale ai due poli tradizionali.
Portera aveva raccolto il 35,02% al primo turno. Al ballottaggio si è issato al 64,97%. Il suo avvversario, Gianfranco Saglione (Centrosinistra) è salito dal 28,67 al 35,03%. In termini assoluti, il neo-sindaco ha aggiunto tra il primo e il secondo turno altri 1.500 voti. Il suo antagonista ne ha invece lasciati per strada un centinaio. Segno che Portera ha potuto beneficiare dei voti in arrivo dagli altri candidati battuti al primo turno (soprattutto, presumiamo, di Gianluca Zampedri, per il centro-destra); quel che non è capitato invece a Saglione.
Una percentuale molto simile è quella raccolta al ballottaggio da Patrizia Manassero, che ha chiuso con il 63,31% dopo aver “scollinato” il primo turno con un rassicurante 46,99%. Il suo antagonista Franco Civallero è cresciuto dal 19,93 al 36,69%, ma il margine di la distanza tra i due, anche durante lo spoglio, non ha mai messo in discussione il risultato. La sua consolazione è di essere cresciuto anche in termini di voti “reali” (1.300 in più) nell’arco di 15 giorni, avendo raccolto voti dagli elettori dei candidati sconfitti al primo turno, mentre Manassero è calata di poco meno di mille, non avendo raccolto altri consensi, anzi perdendone qualcuno. Resta il fatto che la differenza finale è stata di 4.400 voti: 10.467 a 6.067.
Da rimarcare, infine, il dato sull’astensionismo. Se al primo turno, sia Cuneo che Savigliano avevano superato di poco il 50% dei votanti (54,51 Cuneo, 55,04 Savigliano, ed era già poco), al secondo sono rimasti abbondantemente al di sotto. A Cuneo, infatti, ha votato il 36,74% degli elettori, a Savigliano il 42,16%. Un segnale di cattiva salute per la democrazia.