Addio ad Aldo Balocco (aggiornamento)

Muore a 91 anni il presidente onorario del colosso dolciario fossanese

Balocco Aldo

Addio ad Aldo Balocco. Il presidente onorario del colosso dolciario fossanese è morto a 91 anni, nella notte tra ieri (venerdì 1° luglio) e oggi; si trovava nella sua abitazione. Il ragionier Balocco - così, in azienda lo chiamavano tutti - ha avuto un ruolo fondamentale nel far diventare l’attività di famiglia quello che è oggi. E per tutti i dipendenti ha continuato ad essere una presenza costante, un punto di riferimento anche nell’ultima parte della sua vita. Nato nel 1930 - e orfano di madre, che morì durante il suo parto - da ragazzo Aldo affiancò il padre Francesco Antonio nella pasticceria di famiglia, fondata nel 1927 a Fossano. Conseguito il diploma di ragioniere a Cuneo nel 1949, cominciò ad occuparsi della gestione dell’attività, guidandone  in particolar modo l’evoluzione da bottega artigiana ad industria. Sempre sotto la guida di Aldo, fu inventato il “Mandorlato”, dolce-simbolo di Balocco, e l’azienda lanciò il suo primo spot pubblicitario, che andò in onda nell’ambito del fortunato programma televisivo Carosello e coinvolse le gemelle Kessler. Insignito del titolo di Cavaliere del lavoro, Aldo è il papà di Alberto e Alessandra, oggi alla guida dell’azienda; era vedovo dal 2015, quando morì la moglie Anna Ferrero.

Il funerale viene celebrato alle 10 di lunedì 4 luglio, nel Duomo di Fossano; il rosario viene recitato, sempre in Duomo, alle 19 di domenica 3 luglio.

Messaggi di cordoglio
Sono tantissime le attestazioni di affetto e condoglianze che stanno giungendo dalla gente comune, dai dipendenti, dal mondo politico, sportivo e industriale. Il sindaco Dario Tallone dal suo profilo Facebook scrive: "Questa notte ci ha lasciati il Signor Aldo Balocco, Presidente onorario dell'omonima azienda dolciaria di Fossano. Aveva 91 anni, la maggior parte dei quali dedicati all'azienda che ha contribuito a far diventare celebre in tutto il mondo la sua e nostra amata Città. Noi fossanesi dobbiamo molto al Signor Balocco per averci dato l'opportunità di lavorare e poter crescere le nostre famiglie. Lunedì durante le esequie le bandiere del municipio saranno a mazzasta in segno di lutto.
Sentite condoglianze alla famiglia da parte di tutta l'amministrazione comunale".
Il deputato Flavio Gastaldi, sindaco di Genola: "A 91 anni se ne va un pezzo di storia piemontese: il ragionier Balocco, presidente onorario dell'omonima azienda dolciaria famosa in tutto il mondo per il "Mandorlato".
E poi ci sono i ricordi affettuosi dei dipendenti come quello di Enrica Scotto: "Il più bel ricordo che ho con lei, ragioniere, è quando le tenevo la mano per imparare ad usare il mouse, circa 25 anni fa. Lei era già avanti con l'età, ma voleva comunque stare al passo coi tempi e non perdersi la nuova avventura di internet. Lei era per me quasi un nonno, ed è stato un grande privilegio, accompagnarla verso il nuovo mondo tecnologico. Un momento della mia vita lavorativa che ricordo con tenerezza ed ammirazione nei suoi confronti, perché era caparbio e desideroso di imparare".

 

La biografia completa
Nato a Fossano nel 1930 e rimasto orfano dopo appena una settimana di vita, Aldo Balocco viene cresciuto dalle sorelle della mamma, Lucia Cussino, nella vicina Genola. A nove anni, torna a Fossano a casa del padre, Francesco Antonio Balocco, proprio sopra la pasticceria da lui fondata nel 1927, che affaccia sulla piazza del Castello degli Acaja. Le sue nuove mamme diventano le commesse della pasticceria. La vita dei Balocco sembra aver riacquistato una certa armonia, ma in quei primi decenni del Novecento non è consentito vivere tranquilli: con l’8 settembre del 1943 padre e figlio sono costretti a scappare a Dogliani, nelle Langhe, rifugiandosi in una cascina accanto ai poderi di Luigi Einaudi. Dopo la conclusione della guerra, Aldo si separa nuovamente dal padre, trasferendosi a Cuneo per completare gli studi superiori. Anche questa volta i Cussino lo accolgono: il fratello minore della mamma, Piero, che sarà artefice della straordinaria rinascita del cioccolato Venchi, diventa per lui il fratello che non ha mai avuto.
Nel 1949, terminati gi studi, Aldo Balocco ritorna a Fossano. Non ha ancora vent’anni, ma sin da piccolo è vissuto in mezzo ai pasticceri e ha già le idee ben chiare: l’attività dei negozi con la pasticceria fresca è ben avviata, ma il lavoro si concentra perlopiù nei fine settimana. Come sfruttare al meglio la capacità produttiva del laboratorio? Un giorno rivela a suo padre il suo sogno: “Dobbiamo insistere sulla pasticceria secca e cominciare a produrre dolci da vendere all’ingrosso”.
Dal primo stabilimento - distribuito su quattro piani intorno ad un cortile centrale a cui si accede attraverso un grande portone di legno che ricordava quello del castello degli Acaja - con appena 30 addetti, parte la rivoluzione dei Balocco. Le latte piene di dolci, le cosiddette “tole” in piemontese, destinate ai grossisti di tutta Italia, sono l’immagine più eloquente del cambiamento che sta avvenendo. Sono gli anni del boom economico, e nella fabbrica di via San Bernardo, l’embrione della futura Balocco, vengono installati i primi forni a carrello estraibile per panettoni.
In realtà, i garzoni di Antonio Balocco avevano sfornato migliaia di panettoni di pasticceria, che usciti dai laboratori di Piazza Castello e incartati con cura dalle commesse, raggiungevano le tavole dei fossanesi. Venivano consumati appena fatti, per cui il tema della conservazione non si poneva.
Ma per poter spingere i panettoni della Balocco oltre i confini di Fossano e della provincia, occorreva superare l’ostacolo della loro conservazione. Nel 1955 Aldo Balocco decide di assumere un giovane lombardo, sfollato a Cuneo negli anni bui della guerra, che aveva lavorato a Milano alla Motta e all’Alemagna, all’epoca due colossi dell’industria dolciaria. Ermanno Crespi, originario di Abbiategrasso, introduce a Fossano la tecnologia della “lievitazione naturale”.
I due immaginano e progettano un panettone del tutto nuovo: alto come quello milanese, ma glassato come quello basso piemontese. In più ricoperto di mandorle tostate e granella di zucchero. Un mix di Lombardia e Piemonte che sedurrà i palati di tutta Italia. Aldo ne azzecca subito anche il nome: nasce il Mandorlato Balocco, un panettone che diventerà ambasciatore in tutto il mondo dell’azienda di Fossano.
Nel 1961 Aldo sposa Anna Ferrero, e con il matrimonio la sua vita cambia radicalmente: a metà degli anni Sessanta, nascono Alessandra ed Alberto, due figli che, con il passare del tempo, diventeranno di fatto i due fratelli che Aldo non aveva mai avuto.
Nel 1970 la Balocco si sposta nella nuova sede di via Santa Lucia, sempre a Fossano: 20.000 metri quadrati contro i 5.000 del precedente stabilimento. Arrivano nuovi e più moderni macchinari e sotto la guida di Aldo l’azienda macina successo dopo successo. A metà anni Settanta arriva la pubblicità in televisione, ed i panettoni della Balocco entrano così nelle case di tutti gli italiani. Nel 1990 Alessandra ed Alberto entrano in azienda, e affiancano il padre nella gestione della stessa e danno il via all’ingresso dell’azienda nel mercato della prima colazione.
Nel giugno del 2010, al Quirinale, Aldo Balocco viene proclamato Cavaliere del Lavoro, dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, entrando a pieno titolo in quel ristretto novero di imprenditori che hanno dato lustro all’economia e all’industria del nostro paese.
Oggi la Balocco dispone di oltre 75.000 mq coperti, con dieci impianti di produzione per biscotti da prima colazione, lievitati da ricorrenza e wafer. Negli ultimi dieci anni ha sostenuto investimenti tecnologici per oltre 100 milioni di euro e rappresenta per il territorio un vanto in termini di efficienza, crescita e solidità finanziaria. Sviluppa un giro d’affari di 200 milioni di euro, con 500 addetti, ed esporta in oltre 70 paesi nel mondo. Lo sviluppo industriale di quello che oggi è uno fra i più famosi marchi del “made in Italy” dolciario si deve ad un imprenditore che sarà ricordato da tutti per le sue doti di onestà, umanità, altruismo e straordinario senso del dovere.