Verso l’addio ai motori endotermici

Confermato il 2035 come anno della svolta per l'Europa; ma c'è spazio per e-fuel ed idrogeno

È stato confermato il 2035 come anno oltre il quale nel continente si potranno vendere, da nuove, solo auto che abbiano ridotto le emissioni clima-alteranti del 100% rispetto allo standard attuale e, di conseguenza, è stato confermato per quella data il blocco dei motori tradizionali, alimentati a benzina e gasolio; ma c’è una postilla che lascia spiragli per gli e-fuel e l’idrogeno come carburanti e perfino per gli ibridi plug-in quanto ai sistemi di propulsione. È ciò che emerge dalla seduta del Consiglio Ambiente Ue svoltasi lo scorso 28 giugno, sul pacchetto ''Fit for 55'' che riguarda appunto anche i mezzi di trasporto.

Se il 2035 è stato confermato come anno della svolta per l’automotive, è stato anche introdotto – seppur in modo fumoso, contestano alcuni – il principio della neutralità tecnologica. Vale a dire: l’Europa vuole che automobili, furgoni e motociclette non abbiano emissioni clima-alteranti, ma non stabilisce che questi veicoli debbano essere necessariamente elettrici. Ecco dunque la possibilità di servirsi degli e-fuel e dell’idrogeno, sui quali alcune Case costruttrici hanno investito in misura significativa.

È la scelta giusta? Se il futuro dell’automotive sarà in ogni caso prevalentemente elettrico, queste strade “alternative” promettono, almeno sulla carta, di difendere quell’eccellenza che l’Europa ha raggiunto nel comparto, rendendo al tempo stesso graduale la transizione verso i veicoli “alla spina”, a vantaggio soprattutto di quella fetta di popolazione che faticherebbe a fronteggiarne il prezzo d’acquisto. Intanto, la Commissione europea prevede di effettuare, nel 2026, una nuova valutazione sui progressi compiuti verso l’obiettivo di ridurre le emissioni clima-alteranti del 100% e sull’eventuale necessità di riesaminare questo stesso obiettivo alla luce sia degli sviluppi tecnologici, sia dell’importanza di far sì che che la transizione "green" sia praticabile e socialmente equa: a quel punto, probabilmente, si capirà  se e in che misura le alternative all’elettrico potranno continuare ad esistere.