Stato di emergenza per la siccità, al Piemonte arrivano 7,6 milioni di euro

La misura varata dal Consiglio dei Ministri. Ora si attende lo stato di calamità naturale per rimborsare i danni all’agricoltura

Siccità Fiume Stura
Il fiume Stura

La notizia è arrivata lunedì sera. Il Consiglio dei Ministri, a venti giorni dalla richiesta, ha varato lo stato di emergenza per le regioni colpite dalla siccità. Prevede - come annunciato anche dalla ministra Fabiana Dadone - un fondo di 36,5 milioni di euro, di cui 7,6 milioni al Piemonte. “Attendevamo questo riconoscimento che siamo stati tra i primi a richiedere - commentano in una nota il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e gli assessori all’Ambiente Matteo Marnati, alla Protezione civile Marco Gabusi e all’Agricoltura Marco Protopapa -. Lo stato d’emergenza è un passaggio indispensabile per intervenire in modo strutturale sull’emergenza che ci sta colpendo in questi mesi, ma anche per limitare il rischio che una situazione analoga si ripeta in futuro”.

I 7,6 milioni - aggiungono - “serviranno a mettere in campo le opere di somma urgenza per dare respiro alla nostra rete idrica. Ci auguriamo che arrivino al più presto anche le altre risorse per gli interventi strutturali necessari - solo in Piemonte superano i 100 milioni di euro - e che dopo lo stato di emergenza venga riconosciuto lo stato di calamità per la nostra agricoltura, che a livello nazionale conta già più di un miliardo di euro di danni. Quello della siccità, però, è un tema che richiede ormai una regia e una attenzione nazionale ed europea ed è per questo che abbiamo chiesto e ottenuto che questa emergenza sia al centro del dibattito della prossima plenaria del Parlamento europeo giovedì a Strasburgo”.

Gli interventi necessari e urgenti per la rete idropotabile sono stati individuati dalla Regione, dopo un monitoraggio con le Autorità d’ambito. Ammontano a 800.000 euro per i costi già sostenuti per le autobotti (già intervenute, nella sola provincia di Cuneo, a Demonte, Ormea, Cervasca, Montemale e Viola) e a circa 8 milioni per interconnessioni di rete, sostituzione o potenziamento di pompe, opere di progettazione per il potenziamento di sorgenti o di sostituzione della rete idrica, ripristino di pozzi già esistenti e abbandonati.

Sette sono invece gli interventi strutturali, da realizzare nel medio periodo, per 112 milioni di euro. Due sono in provincia di Cuneo: l’invaso di Serra degli Ulivi, a Pianfei (13 milioni di metri cubi d’acqua) e l’«autostrada idrica» dalla Val Gesso alla pianura con l’intubazione dei fossi della “Bealera maestra” che permetterebbe di risparmiare il 50% dell’acqua che oggi si disperde. Entrambi sono già stati parzialmente finanziati, ma non guasterebbe affatto una ulteriore iniezione di denaro, unita a un’accelerazione dei tempi burocratici.

Restano al momento scoperti, infine, i danni all’agricoltura che Coldiretti ha quantificato in 300 milioni di euro nel solo Cuneese. Per questi, si spera, dovrebbe intervenire lo stato di calamità naturale con il pagamento dei danni da parte del ministero.

Su "la Fedeltà" di mercoledì 6 luglio