L’arte e i sogni in fuga dall’Ucraina. La storia della giovane Victoria

“Quando tornerò in Ucraina terminerò gli studi, mi manca un anno a finire questa scuola di specializzazione poi sicuramente insegnerò, immagino, ma il mio sogno è quello di disegnare gioielli”

Ucraina Victoria Intervista

Victoria ha 20 anni e viene dall’Ucraina. È fuggita dalla sua casa di Vizhnitsia tre mesi e mezzo fa, lasciando il suo paese dilaniato da una guerra tanto violenta quanto incomprensibile insieme alla mamma Olga e al fratello Nicolò.
Quella della famiglia di Victoria è una storia come purtroppo quella di tanti, troppi, negli ultimi mesi, da quando la Russia ha iniziato la sua cruenta invasione del territorio ucraino. Sono giunti a San Lorenzo, frazione di Fossano, a casa di Stefano Franza che ha loro spalancato le porte di casa ricordando il ruolo che la mamma di Olga ebbe nella cura della mamma di cui era stata badante.
A Vizhnitsia Victoria studia arte, è una ragazza dotata di talento e sogni. Nella giornata di domenica 26 giugno al pranzo italo-ucraino “Vengo anch’io” organizzato dall’associazione fossanese Sapori reclusi ha esposto alcuni dei suoi quadri e il successo è stato notevole: 6 opere vendute e la richiesta da parte di alcuni cittadini di Genola di organizzare un’altra mostra. L’intenzione iniziale era di mettere in vendita due quadri e di destinare il ricavato all’acquisto di farmaci da inviare al fronte, ma le richieste hanno abbondantemente superato le aspettative provocando in Victoria una comprensibile emozione: “I quadri che ho esposto sono quasi tutti opere che ho realizzato come compito assegnato dai miei insegnanti” racconta Victoria che, come molti connazionali sta continuando a frequentare la scuola in didattica a distanza.
Victoria ha già terminato la prima parte di percorso di studi e, in patria, potrebbe insegnare arte, ma ha deciso di specializzarsi ulteriormente sia nella pittura sia nella sua vera passione, il design di gioielli: “Quando tornerò in Ucraina terminerò gli studi, mi manca un anno a finire questa scuola di specializzazione poi sicuramente insegnerò, immagino, ma il mio sogno è quello di disegnare gioielli”.
Insieme a Viktor, interprete di lingua ucraina che collabora proprio con l’associazione Sapori Reclusi, l’abbiamo intervistata.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
In realtà non mi ispiro ad artisti in particolare, ma alla cultura popolare ucraina in generale, soprattutto nella realizzazione dei gioielli. Se devo pensare a degli artisti a cui mi ispiro, sicuramente sono i miei maestri a scuola.
Se pensi al tuo futuro, dopo la fine del conflitto, come lo immagini?
Voglio tornare in Ucraina per finire la scuola, ma mi piacerebbe poi tornare in Italia dopo la laurea.
Se immagini una persona famosa che potrebbe indossare i tuoi gioielli, su chi li vorresti vedere?
Su me stessa! (e sorride n.d.a.).
Quando hai scoperto di essere portata per l’arte, che sarebbe stata questa la tua strada?
Intorno ai 14 anni. Dapprima quasi per caso. Avevo provato a frequentare dei corsi di canto e di musica, ma non faceva per me. Non ero molto portata per altre discipline come la scienza e allora ho provato a iscrivermi a una scuola d’arte. Ho scoperto che ero portata e ho iniziato a fare tutti i passi necessari per crescere. Dopo il diploma, quindi, mi sono iscritta alla scuola di specializzazione.
Cosa ti piace di più della creazione artistica?
Mi piace il fatto di poter dare una forma a un’idea, soprattutto nel caso dei gioielli.
Cosa ti manca di più della scuola in presenza?
In questo momento sto praticamente facendo dei lavori che vengono valutati una volta terminati. In presenza i miei maestri mi davano dei consigli anche durante l’esecuzione e quindi imparavo molto di più. Inoltre in questa scuola di design sono una delle più grandi e quindi spesso aiuto anche i miei compagni e questo mi aiuta nella didattica, nel percorso per diventare insegnante. Questi aspetti mi mancano molto. Inoltre in Ucraina facevo già delle mostre collettive esponendo sia i miei quadri che i miei gioielli.
Ieri i tuoi quadri sono stati esposti qui in Italia, cosa hai provato?
Ero davvero molto emozionata. Non mi aspettavo di venderne così tanti, pensavo solo di fare una mostra. Sono molto contenta. Adesso mi hanno proposto di fare un’altra mostra a Genola. In questo momento sono sia molto entusiasta all’idea di queste opportunità, sia un po’ spaventata perché voglio fare bene. Mi sento un po’ sotto pressione, ma è bello. Sono davvero molto grata per le opportunità che sto ricevendo e per le persone che mi circondano. Siamo arrivati qui convinti di restare due settimane, non mi sono portata nulla per dipingere e ci sono tantissime persone che mi stanno aiutando.

Il servizio su la Fedeltà di mercoledì 6 luglio 2022.