Cirio: “Perdere la vita per un cinghiale, tragedia inaccettabile”

La denuncia-appello allo Stato del presidente della Regione dopo l’incidente d’auto di mercoledì 13 a Villanova Mondovì. Coldiretti: “Abbattimenti troppo esigui”

Cinghiali

Questa volta c’è scappato il morto. È accaduto mercoledì sera quando a Villanova Mondovì un’auto, con a bordo una famiglia, si è scontrata con un cinghiale, sbucato all’improvviso, finendo poi fuori dalla carreggiata e causando la morte della donna a bordo. Il tragico episodio ha riacceso i riflettori su un problema che, finora, non ha prodotto soluzioni, ma soltanto parole.

“Non si può perdere la vita per un cinghiale - ha commentato il presidente della Regione Alberto Cirio -. Questa tragedia è inaccettabile. Denunciamo da tempo che il problema è di sicurezza pubblica e non solo legato ai danni all’agricoltura. Abbiamo più volte convocato tutte le prefetture e messo in campo ogni strumento che la legge ci dà. Ma gli strumenti sono totalmente inadeguati. Ora basta. Ieri sera una famiglia è stata distrutta e non possono più bastare le parole di solidarietà e di circostanza. È necessario che lo Stato intervenga. Ha il dovere di farlo e subito”.

Dell’episodio ha parlato anche l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, a Roma al Cinsedo (la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome) con i colleghi delle altre Regioni italiane. “Siamo qui - ha detto - a chiedere allo Stato di risolvere un problema di emergenza. Siamo di fronte ad un bollettino di guerra dovuto ai gravi danni in agricoltura con i campi devastati e alla mancanza di sicurezza sulle strade con incidenti mortali. Lo Stato non ci aiuta con una legge vecchia ferma al 1992 (legge 157). In più il Piemonte è sotto scacco della peste suina africana. Abbiamo bisogno di soluzioni e di ristori. Abbiamo bisogno di aprire l’attività venatoria temporaneamente e non possiamo affidarci ai soli cacciatori, ma occorrono più guardie venatorie e personale dedicato alle attività di controllo e di contenimento”.

Il senatore Giorgio Bergesio (Lega) invita ad “attuare misure immediate per intervenire con una seria e mirata azione di abbattimenti”. “Non possiamo più permetterci di prendere lezione da chi - attacca -, per meri motivi ideologici o politici fa ostruzionismo contro l’approvazione di un cambiamento inderogabile della Legge 157 che è ormai da anni superata, e blocca l’applicazione di misure di contenimento che sono solo di buon senso”.

In una nota di Coldiretti, il presidente provinciale Enrico Nada stima oggi in 200 mila capi “la presenza incontrollata e sempre maggiore dei cinghiali sul territorio piemontese”. E - aggiunge - “nonostante lo scoppio già da ormai 7 mesi della Peste dei cinghiali, il numero degli abbattimenti è davvero esiguo: parliamo di 2 mila cinghiali circa quando l’obiettivo è quello di arrivare ad almeno a 50 mila. A livello nazionale l’ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette è rimasta lettera morta”.