Sospensione delle Usca: “Possibile che non abbiamo imparato nulla?”

Il servizio non è più attivo dal 30 giugno. Le critiche di Sarah Disabato (5 Stelle), Mauro Salizzoni e Maurizio Marello (Pd)

Usca

È arrivata in piena quinta ondata la sospensione, dal 30 giugno, del servizio delle Usca (le Unità speciali di continuità assistenziale), le cui funzioni di assistenza domiciliare dei pazienti Covid, molto apprezzate nelle fasi più calde della pandemia, sono tornate in capo ai medici di medicina generale. Il provvedimento è stato disposto dalla Regione Piemonte e motivato come “atto dovuto a seguito del termine della proroga a livello nazionale”, per “restituire al medico di medicina generale la piena titolarità dell’assistenza”. Non sono mancate, tuttavia, perplessità e critiche tra le minoranze presenti a Palazzo Lascaris.

“In Piemonte - commenta Sarah Disabato, capogruppo 5 Stelle - ci stiamo comportando come se nulla stesse accadendo, ma in realtà ci troviamo in una fase epidemica acuta con un aumento dei casi e del tasso di occupazione dei letti. Le Usca hanno avuto un ruolo cruciale nella guerra contro il Covid: investendo sull’assistenza domiciliare, hanno evitato il collasso dei pronto soccorso nelle fasi di picco dell’emergenza. Alcune regioni hanno deciso di prorogare il servizio e in Piemonte dovremmo fare lo stesso, vista la situazione dei nostri ospedali, con la solita grave carenza di personale e con le liste d’attesa ormai chilometriche per sostenere visite ed esami. Non possiamo rischiare di trovarci in difficoltà anche con i pronto soccorso”.

Contrario anche Mauro Salizzoni (Pd). “Possibile che non abbiamo imparato nulla dagli sbagli fatti? Occorre che ospedali e ambulatori siano «free Covid» e quindi a disposizione dei malati normali. Affinché ciò sia possibile, è fondamentale il ruolo delle Unità speciali di continuità assistenziale, che non dovrebbero venire smantellate bensì potenziate di personale e di mezzi. A fronte dell’inaspettato aumento dei contagi di queste settimane e la quasi certa nuova ondata pandemica in autunno, auspico che la Regione Piemonte decida di prorogare il servizio. Non serve invocare la medicina territoriale quando poi la si disarma”.

“In questi giorni ricevo molte telefonate di persone contagiate che, a parte il medico di base oberato di lavoro, mi dicono di non avere riferimenti a cui rivolgersi - aggiunge il collega di partito, ex sindaco di Alba, Maurizio Marello -. Il presidente Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi, che periodicamente si autoproclamano come i migliori nell’affrontare l’emergenza sanitaria, diano prova delle loro reali abilità ripristinando al più presto e prima che sia troppo tardi il servizio Usca”.

Al momento non risultano prese di posizione da parte dei vertici della Giunta regionale. Dalla Regione fanno sapere, in ogni caso, che “l’organizzazione territoriale dei servizi potrà essere rimodulata, nel tempo, in relazione all’evoluzione della patologia da Covid-19”.

Su "la Fedeltà" di mercoledì 13 luglio