Incendi boschivi, il Piemonte dichiara la massima pericolosità

Caldo torrido e mancanza di precipitazioni amplificano enormemente il rischio

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La Regione Piemonte ha dichiarato lo stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi su tutto il territorio regionale a partire da giovedì 21 luglio. Il provvedimento si è reso necessario in considerazione delle condizioni meteorologiche: il caldo torrido, come evidenzia Arpa Piemonte, predispone fortemente al rischio e alla propagazione degli incendi boschivi. La situazione è aggravata dalla pesante siccità che ha colpito il Piemonte - tanto che il Consiglio dei Ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022 – ed in queste condizioni, l’innesco e la propagazione di incendi comporterebbero un ingente e non quantificabile prelievo di acqua, per lo spegnimento degli stessi, da parte delle forze operative preposte.
«Stiamo affrontando una situazione molto particolare – sottolinea l’assessore regionale alla Protezione Civile Marco Gabusi - in cui convergono più fattori che purtroppo favoriscono gli incendi in misura maggiore rispetto alle estati passate. Per questo motivo, già da alcuni giorni, la Protezione civile della Regione Piemonte ha ulteriormente potenziato il proprio dispositivo operativo per la lotta agli incendi, costituito da Vigili del fuoco e Volontari del Corpo AIB Piemonte. È stato inoltre incrementato il servizio elicotteristico, attraverso l’attivazione di una seconda base operativa a Costigliole d’Asti, oltre a quella di Busano nel Canavese, per una maggiore copertura del territorio in pronta reperibilità. Mi preme, inoltre, ricordare che ognuno di noi può fare qualcosa nella prevenzione degli incendi segnalando tempestivamente i focolai di incendio al Numero Unico Emergenza 112».

Evitare qualsiasi azione possa innescare un incendio
Quando viene dichiarato lo stato di massimo rischio per gli incendi boschivi la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata per disposizione nazionale (D. lgs. n. 152/2006, art. 182 comma 6 bis). A questa norma si aggiungono le misure a carattere regionale, che vietano entro una distanza di cento metri dai terreni boscati, arbustivi e pascolivi, le azioni che anche solo potenzialmente, possono innescare un incendio. Quindi è vietato accendere fuochi, accendere fuochi pirotecnici, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, usare apparati o apparecchiature che producano faville o brace, fumare, disperdere mozziconi o fiammiferi accesi, lasciare veicoli a motore incustoditi a contatto con materiale vegetale combustibile o compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio. È inoltre vietata qualunque generazione di fiamma libera non controllabile nel tempo e nello spazio, tra cui, ad esempio le lanterne volanti.
«La durata dello stato di massima allerta è variabile – conclude l’assessore Marco Gabusi - in funzione della discesa della temperatura e dell’arrivo delle precipitazioni, che potranno evidenziare un rischio minore e consentire di rientrare nei livelli ‘normali’ di pericolo».