La svolta di Unifarma

Il divorzio da Alleanza Salute Italia vale 15,3 milioni di euro e il pieno controllo della proprietà. Intervista all’Ad Massimo Mana

Unifarma Foto Costanza Bono03

Missione compiuta. I soci di Unifarma hanno riacquistato il 36% delle quote che nel 1998 avevano ceduto ad Alleanza Salute Italia, costola italiana della multinazionale Wallgreens Boots Alliance, colosso nella vendita all’ingrosso di prodotti farmaceutici, con ramificazioni in tutto il mondo e un fatturato pari al Pil dell’Austria. Sono 1.100, prevalentemente farmacisti, distribuiti tra Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, parte della Lombardia e parte dell’Emilia. Alcuni (circa 120 sono nuovi), gli altri 980 sono vecchi soci, gran parte dei quali hanno sottoscritto l’aumento di capitale nell’arco temporale previsto, dal 30 marzo al 30 luglio. Tutti insieme dispongono dell’88% delle quote, il restante 12% è di proprietà di Farmauniti, a sua volta cooperativa di farmacisti, vecchia conoscenza di Unifarma con cui già collaborava per la prestazione di servizi. L’operazione è stata chiusa, formalmente, l’8 luglio con atto notarile e vale 15 milioni e 300 mila euro. Per Fossano, cuore pulsante di Unifarma, e per la rete delle farmacie servite è una notizia importante e positiva. Massimo Mana, amministratore delegato di Unifarma, nonché presidente regionale e provinciale di Federfarma, ci spiega il perché.

Intervista su "la Fedeltà" di mercoledì 20 luglio