“Portiamo le bollette in piazza”

La protesta di Confartigianato contro il "caro energia" a Cuneo: "Le nostre imprese sono esasperate"

Scatoloni lasciati davanti alla Prefettura, come simbolo delle spese elevate che le piccole e medie imprese devono fronteggiare, soprattutto per luce e gas il cui prezzo è salito vertiginosamente. È la protesta - annunciata da giorni - che la Confartigianato cuneese ha messo in atto oggi (martedì 26 luglio). “Portare in piazza le bollette” era lo slogan dell’iniziativa, nell’ambito del quale una delegazione ha incontrato il prefetto Fabrizia Triolo.

Le nostre imprese sono esasperate dai costi eccessivi dell’energia - commenta Luca Crosetto, presidente provinciale di Confartigianato Cuneo -. È una questione di natura internazionale e di carattere anche speculativo, sulla quale pesa il fatto che in Italia non c’è mai stata, in tema di risorse energetiche, una visione strategica. In questo contesto si aggiunge, inoltre, il problema delle accise: in bolletta appena il 40% dei costi è dovuto al consumo, il 60% è dato dalle accise. È indispensabile tagliare la tassazione per consentite alle imprese di ripartire”.

Il “caro energia” riguarda tutto il sistema produttivo nazionale, dagli “energivori” esposti alla concorrenza internazionale alle piccole imprese che pagano la maggior parte degli oneri generali di sistema in bolletta. “Il Paese e gli imprenditori - aggiunge Crosetto - rischiano di pagare un prezzo altissimo. Attraverso il nostro Ufficio studi abbiamo calcolato gli effetti della crisi di Governo e proprio con riferimento al caro bollette stimiamo che verranno meno circa 11 miliardi di interventi contro il caro-energia per famiglie e imprese”. Confartigianato calcola, inoltre, che la crisi mette a rischio 49,5 miliardi di euro, pari a 2,5 punti di Pil, e delinea un problema occupazionale per 253mila lavoratori. Altri  dati che denunciano la gravità della situazione: la crescita degli investimenti tende a ridursi di 5 miliardi di euro; famiglie e imprese rischiano di pagare 3 miliardi in più per il rialzo dei tassi di interesse sui prestiti bancari, rinunciando a 3,9 miliardi di effetto espansivo della legge di bilancio 2023.

“Serve - conclude Crosetto - uno straordinario senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche per assicurare governabilità e stabilità, indispensabili in una fase economica e sociale così difficile. Necessarie non più rimandabili misure concrete per ‘alleggerire’ le imprese dai troppi costi che frenano la ripresa e danneggiano la competitività del Sistema Italia”.