I 60 anni del Migliorero la perla dell’Ischiator

Un luogo iconico per i fossanesi e per gli amanti della montagna, un rifugio che sembra uscito da un libro di fiabe, un panorama da cartolina. Una giornata da incorniciare. Sabato scorso ai 2.100 metri di quota del rifugio Migliorero gli amici del Cai, con diversi ospiti che hanno deciso di salire nel vallone dell’Ischiator, hanno festeggiato i 60 anni della struttura (guarda il video) in gestione alla sezione fossanese dal lontano 1962.

Allegria, ricordi, emozione e commozione, gli ingredienti della giornata baciata dal sole con un piccolo intervallo di pioggia durato pochi minuti che in questa arida estate ha quasi avuto il sapore di una benedizione.  Fin dalle prime ore della mattina i partecipanti hanno raggiunto il rifugio partendo dalla borgata di Besmorello. La festa è iniziata con la celebrazione della messa all’aperto da parte di don Denys Revello. Poi i saluti di rito da parte del presidente Cai, Osvaldo Imberti che ha ringraziato i presenti, le autorità, i soci Cai e tutti coloro che in questi anni si sono adoperati per fare vivere, mantenere e rendere sempre più bello il rifugio dei fossanesi. Tra i presenti, il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Fossano (e socio Cai), Gianfranco Mondino, il presidente della Pro loco di Bagni di Vinadio, Diego Bogetti, e il vice sindaco di Vinadio Angelo Giverso e alcuni “past president” del Cai come Angelo Brizio e Michele Colonna. Un grazie è andato a chi in tutti questi anni si è succeduto come custode del Migliorero da Raffaele Nasi che fu il primo, a Beniamino Bagnis che lo è stato per quasi 30 anni fino ad Oscar Bagnis, “in servizio” dal 2012 quando si festeggiarono i 50 anni del “Miglio”.


Prima del pasta party offerto a tutti i partecipanti un altro momento di “amarcord” e di memoria di questi anni. Sergio Vizio ha ripreso la storia del rifugio nato come “albergo” d’alta quota e poi depredato di tutto durante la guerra (la storia è stata pubblicata anche sul numero della scorsa settimana de la Fedeltà), ringraziato i “testimoni” di quel 1962 che hanno accettato l’invito e sono saliti al rifugio per questo importante compleanno, Memo Marcellino, 88 anni, Caterina Gagna e Cristina Barbero, che all’epoca aveva soltanto due anni e fu premiata come la più giovane “alpina” presente al rifugio.

Altre colonne del Cai e testimoni dell’epoca a malincuore non sono potuti essere presenti, ma hanno mandato il loro saluto. Tra questi Aldo Olivero (che ancora conserva la cartolina del Migliorero con l’annullo filatelico realizzato in occasione dell’inaugurazione), Meme Trigari, Beppe Colla, Nino Barbero per tanti anni tesoriere del Cai e del rifugio. Insomma una giornata che ha fatto memoria di una storia importante fatta di amicizia, di impegno, di amore per la montagna, una storia che è presente e che guarda al futuro.

Tra gli interventi quello del presidente della Fondazione Crf (ente che da sempre sostiene il Cai) che oltre a illustrare il bando per “ridisegnare” l’area antistante il rifugio ha dato in anteprima un’altra bella notizia che coinvolge il sodalizio fossanese. “La Fondazione Crf insieme alla Diocesi di Fossano ha deciso di restaurare l’antica cappella di San Lazzaro, una delle più antiche della nostra diocesi - ha detto il presidente Mondino -. Diventerà centro di incontri e tappa importante del Cai per illustrare lo Stura, le bellezze naturalistiche del fiume, i suoi percorsi, ma anche la storia di Fossano. E questo verrà fatto in collaborazione con il Cai”. Una nuova opportunità per parlare di territorio, di natura, di tutela del paesaggio, ambiti in cui il Cai è assolutamente a proprio agio.