Musica e fotografia raccontano le emozioni di Enzo Fornione

foto Costanza Bono

“Pensa a Morricone: tu senti le prime quattro note e già sei conquistato. Hai i brividi. Ecco, io volevo cercare quello: la semplicità che ti rapisce”. Il pianista Enzo Fornione la scorsa settimana ha presentato al pubblico fossanese “Libermusa”, un progetto nato in cinque anni e che “suona” le emozioni nate tra le righe di una fiaba o di un racconto, le immagini evocate da una storia. Fornione ne è l’ideatore e autore: al pianoforte, accompagnato dal violoncellista Luca Panicciari e dall’attore Mario Bois, ha incantato il pubblico, trasportandolo in quel tempo sospeso che solo i libri, e la musica, sanno regalare. E questa volta Fornione era sul palco e non “sotto”, dove si trova spesso per fotografare i concerti.

Pianista e compositore, da molti anni docente di pianoforte e titolare del corso di cantautore, più recentemente anche fotografo. Due anime diverse? “La cosa mi sembrava strana all’inizio: fare le foto ai concerti, quando prima ai concerti ci andavo per suonare, o per ascoltarli. Anche i miei colleghi musicisti avevo l’impressione mi guardassero incuriositi. Ma poi mi sono reso conto che, in realtà, le due situazioni sono identiche, solo si usa un mezzo diverso. E così ho trovato la mia ‘pace interiore’ che ha messo insieme l’Enzo compositore con l’Enzo fotografo” - ride.

Tutto parte dallo studio, tanto studio, tanta conoscenza. E dalla voglia di “togliere”, il superfluo, il troppo, l’eccessivo. Cogliere l’essenza e riuscire a raccontarla, in musica o con una fotografia. “Non so se ci sono riuscito, se ci riesco. Perché come si dice spesso la musica più bella è quella ancora da scrivere...Ma so che ho bisogno di farlo, per me, per raccontare attraverso i ‘miei’ mezzi il mondo che mi circonda e emoziona”.

I libri sono stati una fonte importante per comporre e, appunto, dare vita a Libermusa. Fornione ha scelto, soprattutto, pagine di libri e racconti destinati bambini o ragazzi. “Un libro, che già di per sé è un’opera artistica, si può dipingere, suonare, fotografare. Cambia il mezzo, non l’arte. Ma è importante l’attrezzatura o il pensiero?”.

Articolo completo su La Fedeltà di mercoledì 27 luglio