“Bullet train” – “Giorni d’estate”

Bullet Train

BULLET TRAIN
di David Leitch; con Brad Pitt, Sandra Bullock, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon (II), Hiroyuki Sanada, Bryan Tyree Henry, Joey King, Usa, 2022.

Film di apertura del 75° Festival di Locarno, “Bullet train” di David Leitch è la libera trasposizione del thriller nipponico di Isaka Kotaro “I sette killer dello Shinkansen” (in Italia edito da Einaudi), ironico e bizzarro mystery interamente ambientato su uno dei treni “proiettile” che a velocità supersonica collegano Tokyo a Kyoto. Ma benché l’azione scenica sia per così dire, ferroviaria, siamo tuttavia assai lontani dalle atmosfere di “Assassinio sull’Orient-Express” di Agatha Cristhie, David Leitch (“Atomica bionda”, “Deadpool 2”, “Fast and Furious Hobbs & Shaw”) sceglie infatti un registro decisamente più “tarantiniano”, adrenalinico e pulp conservando, fortuna nostra, un po’ della caustica ironia del romanzo di partenza. 
Tutto ruota intorno ad una valigetta che il killer Ladybug (un Brad Pitt perfettamente in ruolo con la sua splendida faccia da schiaffi) deve recuperare per conto di una misteriosa organizzazione. Niente omicidi questa volta dunque per Ladybug/Coccinella, una semplice valigetta da recuperare. Compito apparentemente banale dunque, se non fosse che la valigia è nei fatti l’oggetto del desiderio di un’infinita masnada di assassini giunti da ogni parte del globo per impadronirsene. 
Bravi i tanti comprimari, da Aaron Taylor-Johnson a Bryan Tyree Henry, da Joey King a Hiroyuki Sanada, ritmi mozzafiato, dialoghi serrati, una discreta quantità di ironia a stemperare un certo surplus di violenza per un popcorn movie che non brilla certo per originalità ma che nel complesso potremmo definire quasi discreto. 

Giorni d estate

GIORNI D’ESTATE
di Jessica Swale; con Gemma Arterton, Gugu Mbatha-Raw, Penelope Wilton, Siân Phillips, Tom Courtenay. Gran Bretagna, 2020.

Siamo nell’Inghilterra dei primi Anni ’40 sconvolta dalla Seconda guerra mondiale. Alice Lamb, donna schiva e riservata, vive sola in un cottage su una scogliera nel Kent tenendosi a debita distanza dalla gente del vicino paese che ripaga la sua freddezza diffondendo su di lei voci maligne, per alcuni strega e fattucchiera per altri, addirittura, una spia nazista. In realtà Alice, ricercatrice caparbia e indipendente, si occupa di folklore, studia miti e leggende antiche ma con un piglio e modalità decisamente laiche e scientiste. 
Un giorno però la donna si vede recapitare a casa Frank, un bambino sfollato in campagna per sfuggire ai bombardamenti su Londra e affidatole dal governo come ospite (e qui come non ricordare “Pomi d’ottone e manici di scopa” e il personaggio di Angela Lansbury che in qualche modo ricalca quello di Alice). Dopo un’iniziale ostilità, tra Alice e il giovane Frank nascerà un legame di reciproco e benefico affetto, la scrittrice conquisterà Frank con i propri racconti e al contempo la giovanile leggerezza del ragazzino faranno breccia nella ruvida corazza caratteriale di Alice che ritroverà la serena gaiezza di un tempo e soprattutto la voglia e la capacità di fare i conti con il proprio passato e i rimorsi per un amore lontano. 
Classico nel suo impianto narrativo ma non per questo banale, “Giorni d’estate” è un più che discreto melodramma che trova i suoi punti di forza in due elementi, il magnifico paesaggio rurale del Kent e l’interpretazione della splendida Gemma Arterton/Alice Lamb che danno al melò di Jessica Swale il sapore di una bella storia da vedere sorseggiando una buona tazza di tè.