“Fate attenzione ai contratti telefonici o porta a porta su luce e gas”

Il punto con Marco Vignola, responsabile del settore energia di consumatori.it - “È difficile farsi un’idea di vantaggi e svantaggi”

Rincaro Bollette

Come orientarsi, in questi mesi di grandi fibrillazioni, nella giungla delle offerte su energia elettrica e gas? Ne abbiamo parlato con Marco Vignola, responsabile settore energia di consumatori.it - la prima Associazione di consumatori in Italia.

L’aumento del costo dell’energia (elettricità e gas) è lo spauracchio del momento. Quando hanno cominciato a salire e perché stanno salendo così tanto?
I primi aumenti sono iniziati a metà 2021 dopo l’uscita del periodo pandemico da Covid-19 a causa della ripresa dei consumi. Purtroppo, ad aggravare una condizione già di per sé difficile è intervenuta poi la crisi della guerra in Ucraina visto che come Europa, e in particolare come Italia, siamo molto dipendenti dal gas russo.

Chi decide il prezzo del gas? In quale misura può incidere lo Stato? E qual è il margine di manovra del mercato libero dei rivenditori sul costo finale delle bollette?
Il prezzo delle materie prime energetiche è definito, ancora, dal mercato e quindi risente, oltre che delle naturali dinamiche di domanda/offerta, anche da questioni ancora più complesse come quelle geopolitiche, essendo molto spesso i Paesi produttori molto instabili politicamente. Gli Stati, sia singolarmente, ma soprattutto a livello europeo, possono fare molto, ma sono scelte complesse che hanno impatti sugli equilibri economici globali e interni. Il mercato libero dei gestori, che potrebbe essere un’opportunità di risparmio ed efficienza, si è spesso dimostrato, al contrario, una vera e propria trappola e solo in parte ha trasferito ai consumatori finali i vantaggi in termini economici e di servizi attesi. Ognuno di noi riceve quasi ogni giorno telefonate da parte dei gestori di energia elettrica e gas che ci propongono di cambiare il nostro contratto.

Quali insidie si possono nascondere dietro proposte apparentemente convenienti?
Soprattutto per i contratti proposti telefonicamente o tramite il porta a porta è molto difficile farsi un’idea nel merito se presentano degli effettivi vantaggi. Inoltre, purtroppo, dalle segnalazioni ricevute dai consumatori in questi anni abbiamo registrato spesso che le proposte contrattuali vengono presentate con modalità scorrette fornendo informazioni parziali se non completamente errate, con l’intenzione di spingere i consumatori alla sottoscrizione del contratto anche se effettivamente per loro non conveniente. Come Unione nazionale Consumatori abbiamo sempre sconsigliato di sottoscrivere telefonicamente e tramite il porta a porta dei contratti di luce e gas. Se si decide di cambiare fornitore è sempre meglio farsi prima lasciare la documentazione contrattuale e fare diverse comparazioni anche attraverso il Portale Offerte di Arera (l’Autorità per l’energia elettrica e il gas).

La bolletta è composta da molte voci. A quali bisogna prestare maggiore attenzione? Perché?
Le nostre bollette di energia elettrica e gas sono composte principalmente da quattro macrovoci: la spesa per la materia prima, la spesa per i costi di distribuzione, la spesa per gli oneri generali di sistema e la spesa per le voci fiscali (Iva, accise, ecc). Queste quattro macrovoci sono a loro volta formate da diverse altre voci di dettaglio. Solo alcune di queste singole voci sono modificabili dai venditori e sono solo quelle che si trovano all’interno della macrovoce per la materia energia, in particolare la quota fissa di commercializzazione (applicata in euro al mese) e la quota variabile della componente energia (applicata in centesimi al kWh per la luce e al metro cubo per il gas). Sono queste le componenti a cui si deve fare maggiormente attenzione assieme alle altre voci per “servizi” che, comunque, devono sempre essere specificate nella proposta contrattuale.

Ai cittadini che hanno firmato contratti prima dell’esplosione della crisi energetica, magari a tariffa fissa, conviene cambiare oppure no?
Se si è sottoscritto un contratto a prezzo fisso (di solito di durata di 12 o 24 mesi) alla fine dello scorso anno, è molto probabile che si stia pagando un prezzo più basso di quelli attuali. Ovviamente questa è una condizione che va verificata nel dettaglio della bolletta. È necessario ricordare, però, che le aziende possono aver modificato le condizioni contrattuali inviando un preavviso di tre mesi. Se le condizioni non sono state modificate, è poi importante ricordare che, alla scadenza del periodo di blocco del prezzo, l’azienda deve comunicare le nuove condizioni che saranno applicate da lì in avanti.

Su "la Fedeltà" di mercoledì 14 settembre