“Rischiamo di finire sotto Acda (che gestisce il servizio idrico nel Cuneese) o sotto la Società che sorgerà ad Alba-Bra, con il risultato di perdere la qualità del nostro servizio”. È l’allarme risuonato il 23 e il 30 settembre in Commissione Finanze e in Consiglio comunale, lanciato da Vincenzo Paglialonga, capogruppo Pd, e riguarda Alpi acque, la Società mista pubblico-privata che gestisce a Fossano e in una ventina di altri Comuni di pianura i servizi di acquedotto, fognature e depurazione. Come deciso nel 2019 dalla maggioranza dei sindaci della Granda, le Società miste dovranno sciogliersi e i loro utenti confluire in una Società pubblica e unica per tutta la provincia, articolata in forma consortile. Una partita complessa che, dopo gli ultimi ricorsi respinti (a luglio) dal Tribunale superiore delle acque, pare ormai giunta alle battute finali. Ma - ha ricordato Paglialonga - Alpi acque ci arriverà senza aver mosso un dito (finora) per ritagliarsi uno spazio consortile in Cogesi e, in questo modo, “salvaguardare il proprio know-how e quello di quanti hanno lavorato per lei". La conseguenza - secondo il capogruppo Pd - è che, anziché diventare il terzo polo della Società pubblica consortile, e continuare a gestire la sua porzione di territorio, finirà per essere inglobata da altri soggetti, ponendo fine ad un ventennio di gestione autonoma e soddisfacente.
Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 12 ottobre