È la prima volta che Michelangelo Pistoletto realizza un Terzo Paradiso, la sua opera più rappresentativa, in verticale. Solitamente lo troviamo a terra, addirittura scavato come solco nel terreno.
A Cuneo in Rondò Garibaldi, dunque, l’opera di Michelangelo Pistoletto, già di per sé di straordinario valore e prestigio, acquista un fascino ancora più forte. Ancora di più, inoltre, se pensiamo che questo potente simbolo di unione tra passato e futuro attraverso il presente, tra natura e artificio umano attraverso la creazione di un mondo sostenibile è sovrastata e alleggerita da circa 200 disegni realizzati da altrettanti bambini, di cui molti della provincia di Cuneo.
Un’opera imponente con un significato profondo. Il terzo paradiso è metafora della creazione, del contrasto tra natura e intervento umano che trova la sua sintesi nel centro, l’equilibrio, l’armonia. Si tratta, in effetti, di un infinito nel cui centro si trova un cerchio più ampio, somma degli estremi; il centro, in sostanza, è la somma delle parti e, al contempo, il punto di equilibrio tra di esse.
Introdotto dal presidente della Fondazione CRC Ezio Raviola e dal vice sindaco di Cuneo Luca Sarale, Michelangelo Pistoletto, insieme alla direttrice del Museo di arte contemporanea del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, ha presentato venerdì 14 ottobre la sua opera e le motivazioni che lo hanno spinto ad accettare di realizzare un “Terzo Paradiso”, dedicato ai talenti, proprio nel Rondò Garibaldi di Cuneo.
L’articolo completo su La Fedeltà di mercoledì 19 ottobre.