Flussi elettorali, Fossano “cambia partito” per la 5ª volta consecutiva

Dal 2006 il partito guida non è mai lo stesso. L’unica costante è il calo dell’affluenza

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Flussi di voti che si spostano in massa da un partito all’altro, da una tornata elettorale all’altra. È quel che accade, ormai in modo costante, in questa fine di Seconda Repubblica (o siamo già nella Terza?), una delle tante caratteristiche che la distinguono dalla Prima, quando singoli partiti avevano ragione di gioire o disperarsi per scostamenti anche soltanto dell’1% del loro elettorato. Succede in tutta Italia e, con le variabili del caso, succede anche a Fossano, dove alle elezioni del 25 settembre Fratelli d’Italia ha raccolto il 30,88% dei consensi (il risultato della Camera). Il partito della Meloni non si era mai nemmeno avvicinato a questa percentuale, dal momento che nel 2018 si era fermato al 4,45% e nel 2013 - anno di nascita - al 5,21%.

Non è una novità: da cinque elezioni politiche, infatti, il partito più votato a Fossano cambia regolarmente. Nel 2018 era stata la Lega (ancora Nord) con il 28,67%, nel 2013 il Movimento 5 Stelle con il 25,95%, nel 2008 il Pdl (Forza Italia più An) con il 33,18%, nel 2006 l’Ulivo (Pd + Margherita) con il 27,31%. Diventano sei se si prende in considerazione anche il 2001 con Forza Italia, da sola, al 34,56%. La verità speculare è che ognuno di questi partiti non è più stato in grado di ripetere l’exploit cinque anni dopo venendo puntualmente punito da un elettorato deluso (ma anche un po’ troppo facile alle illusioni).

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 12 ottobre