Una storia per finire dovrebbe almeno cominciare. E invece, in questo caso, è una storia che sembra non voler iniziare mai, neanche dopo 5 anni e 7 mesi. Il 18 aprile del 2017 crolla il viadotto della tangenziale di Fossano, sfiorando un'auto (vuota) dei carabinieri e senza miracolosamente provocare vittime o feriti.
Immediatamente viene aperto un fascicolo, per stabilire le eventuali responsabilità. Ma ad oggi il processo ancora non è partito. L'ultimo atto, che ne ha ulteriormente rinviato l'inizio, è stato martedì 25 ottobre: l'avvocato Nicola Gianaria, che difende il geometra responsabile di cantiere Massimo Croce, ha chiesto la ricusazione del giudice Emanuela Dofour.
Le ragioni, ha spiegato l'avvocato difensore, sono "meramente formali". Emanuela Dofour, infatti, ha "ereditato" come giudice il fascicolo dalla collega Alice Di Maio che si è trasferita a Torino, ma in veste di gup si era già pronunciata su un’archiviazione relativa a uno dei tre fascicoli di inchiesta avviati dalla Procura. Per tale ragione la stessa Dofour aveva già chiesto di astenersi, ma il tribunale non aveva ravvisato elementi di incompatibilità. Ora la stessa questione è stata sollevata dall'avvocato Gianaria.
E adesso? Tutto passa nelle mani della Corte d’Appello, dove si deciderà se approvare o respingere la ricusazione. La decisione potrebbe arrivare a fine anno quando, la prima titolare, il giudice Alice Di Maio, aveva fissato in calendario la sentenza del processo. E invece questo ancora deve cominciare.