Caldo record e piogge assenti, è di nuovo allerta rossa per l’agricoltura

Coldiretti: “La situazione torna critica”. Quasi un grado in più e 1/3 di precipitazioni in meno nel corso del 2022

Siccità Tubo

Il caldo record accompagnato dalla costante della siccità, con una sola perturbazione nel mese di ottobre che ha portato pochi millimetri di pioggia sulla Granda, fa scattare l’allarme per l’agricoltura, in particolare per le semine autunnali dei cereali come il grano. È quanto emerge dal monitoraggio di Cuneo Coldiretti in riferimento al clima anomalo di un autunno che, alla vigilia di Ognissanti, vede massime attestate oltre i 20 gradi. Un trend, quello cuneese, che riflette quello nazionale in un 2022 che si classifica fino ad ora come il più caldo mai registrato dal 1800 in Italia con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica e precipitazioni ridotte di 1/3, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Isac Cnr nei primi nove mesi dell’anno. Secondo l’analisi di Coldiretti Cuneo, su dati di Arpa Piemonte, persistono condizioni di siccità severa a causa della scarsità di riserve idriche, con livelli eccezionalmente bassi di falda e portata dei corsi d’acqua. Le portate, infatti, già ridotte a valori molto vicini ai minimi storici nei primi mesi dell’anno a causa della totale assenza di precipitazioni per 111 giorni da dicembre 2021 a marzo 2022 (l’inverno più anomalo dell’ultimo secolo in Piemonte), non hanno trovato sollievo né in primavera né in estate, con un lieve miglioramento grazie ai fenomeni temporaleschi di agosto, ma la situazione rimane critica considerata la persistente siccità di settembre e ottobre, interrotta soltanto da perturbazioni poco significative.

Dunque, a due terzi dell’annata 2022, il Piemonte si trova in condizioni siccitose da primato rispetto agli ultimi 65 anni, superando le annate prime in classifica (1989,1990, 2003). Ad oggi - continua Coldiretti Cuneo - preoccupa la prospettiva di un inizio novembre con temperature ancora calde che stanno provocando l’allungamento della fase vegetativa delle piante: il rischio è che ripartano le fioriture con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile successivo abbassamento delle temperature che comprometterebbe le coltivazioni. Nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche sui parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo. Se in campo, per la frutta e gli ortaggi autunnali, gli agricoltori sono riusciti a sopperire nella maggior parte dei casi alla carenza d’acqua con le operazioni di irrigazione, pur a fronte di costi moltiplicati a causa dei rincari energetici, resta la preoccupazione per le semine dei cereali autunnali come il grano.

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 2 novembre