“Sergio Leone – L’italiano che inventò l’America” – “Astolfo”

Sergio Leone Italiano che invento l'America

SERGIO LEONE - L’ITALIANO CHE INVENTÒ L’AMERICA
di Francesco Zippel. Documentario, Italia, 2022. 

Una carriera cinematografica, quella di Sergio Leone, che tutti a posteriori hanno celebrato, ma che in vita è stata avara di premi e di riconoscimenti. Un David di Donatello alla regia per “Giù la testa” nel ’72, un Nastro d’Argento per la regia nel 1985 per “C’era una volta in America” e nulla più, incredibile. Il pubblico lo amava, i suoi film al botteghino facevano il tutto esaurito ma la critica, anche quella per così dire più aperta e progressista, storceva il naso. Salvo poi ricredersi, dopo. Un destino, per certi versi, simile a quello di Alfred Hitchcoch, misconosciuto nella sua grandezza sino alla definitiva consacrazione operata da Truffaut e i registi della Nouvelle Vague.  Come Hitchcoch era “soltanto” un regista di thriller, per anni Leone non fu altro che un regista di western, e il western era cinema “di genere”, un cinema minore.  Ci volle del tempo per capire che non era così, e il bel film di Francesco Zippel in qualche modo aiuta a comprendere ed apprezzare compiutamente, se ancora ce ne fosse bisogno, che grande uomo di cinema fu Sergio Leone. Un creatore di mondi, un innovatore visionario che attraverso il western ha reiventato letteralmente il cinema e chi con lui ha lavorò e visse – da Robert De Niro a Clint Eastwood a Jennifer Connelly, dagli amatissimi figli sino all’amico e sodale Ennio Morricone - e tutti quelli che dal suo cinema sono stati profondamente influenzati, hanno voluto testimoniarne la grandezza. Tutti, a loro volta grandissimi registi - Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Giuseppe Tornatore, Steven Spielberg, Frank Miller, Darren Aronofsky, Damien Chazelle, Jacques Audiard… - concordi e uniti dall’ammirazione per quello strepitoso creatore di immagini e immaginari di nome Sergio Leone. 

Astolfo
ASTOLFO
di Gianni Di Gregorio; con Stefania Sandrelli, Gianni Di Gregorio, Simone Colombari, Agnese Nano, Alberto Testone. Italia, 2022.

Astolfo è un anziano professore in pensione e abita nel centro di Roma. E’un uomo mite e tranquillo che però da un giorno all’altro viene sfrattato dalla casa in cui da anni vive in affitto. “E me lo dice così?”, questo è tutto ciò che Astolfo riesce a profferire, rivolgendosi alla sua cinica padrona di casa. Solo, con pochi soldi in tasca e senza abitazione, Astolfo non si perde d’animo e decide di tornare in provincia, sulle colline di Artena dove ancora resiste un antico palazzo nobiliare che appartiene alla sua famiglia. La sua idea sarebbe quella di trasferirsi lì per tentare di risolvere, almeno temporaneamente la sua situazione di sfrattato, ma giunto al paesello trova il vecchio palazzo occupato da un povero diavolo da che “sette, ott’anni” come dice lui, vi abita ed anche il prete della parrocchia cittadina ha murato una parte dell’edificio e occupato delle stanze. Astolfo però, anziché cacciare gli abusivi, decide di convivere con loro e grazie a ciò e al fortunato incontro con la bella Stefania (una sempre stupenda Stefania Sandrelli), l’esistenza di Astolfo prenderà una piega inattesa. 
Favola dolce e gradevolissima, punteggiata da quella leggera e scanzonata ironia che è la cifra del cinema di Di Gregorio, “Astolfo” ci racconta in modo sincero e convincente gli anni della maturità e della vecchiaia, la gaiezza di una vita che sa accettarsi nella sua semplicità e la riscoperta dell’amore che, com’è noto, non ha età.