La misura è in controtendenza rispetto allo spirito dei tempi, basti pensare alla drastica riduzione del numero di parlamentari, ma la legge di bilancio 2021 ha aumentato le indennità di sindaci e assessori. Il provvedimento - che carica il maggior onere finanziario completamente a carico dello Stato, senza attingere alle risorse dei Comuni - arriva dopo anni di tagli per riconoscere l’importanza del ruolo, del carico di responsabilità e talvolta dei rischi a cui i sindaci devono far fronte e, nello stesso tempo, contenere la “crisi di vocazioni”, ovvero la fuga dalla partecipazione politica a tempo pieno.
Nello specifico, la nuova norma prevede, per i Comuni delle regioni a statuto ordinario, che l’indennità del sindaco sia parametrata a quella del presidente di Regione, in proporzione al numero di residenti, ma anche alle funzioni ricoperte dal Comune, ovvero se si tratta di città metropolitane, capoluoghi di Regione o di Provincia. Fatto 100 il compenso del presidente della Regione (che è di 13.800 euro lordi al mese), i sindaci delle città metropolitane (come Torino) riceveranno pari importo, quelli dei Comuni capoluogo di Regione e capoluogo di Provincia con popolazione superiore a 100 mila abitanti (come Novara) l’80%, pari a 11.040 euro, quelli dei Comuni capoluogo di Provincia con popolazione fino a 100 mila abitanti (come Cuneo) il 70%, pari a 9.660 euro, quelli dei Comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti (come Moncalieri) il 45%, pari a 6.210 euro, da 30 a 50 mila abitanti (come Alba) il 35%, pari a 4.830 euro, da 10 mila a 30 mila abitanti (come Bra, Fossano, Mondovì, Savigliano, Saluzzo, Borgo San Dalmazzo, Racconigi e Busca) il 30%, pari a 4.140 euro, da 5 mila a 10 mila abitanti (come Centallo) il 29%, pari a 4.002 euro, da 3 a 5 mila abitanti (Bene Vagienna) il 22%, pari a 3.036 euro, fino a 3 mila abitanti (Villafalletto, Trinità, Sant’Albano, Genola, Cervere, Salmour e Vottignasco e l’80% dei Comuni della Granda) il 16%, pari a 2.208 euro. S
chema analogo per i vice-sindaci, assessori e presidenti del Consiglio comunale, con indennità parametrate, nel loro caso, a quelle dei sindaci. Per i vice la forbice oscillerà tra il 75% del compenso di un sindaco per un Comune come Torino (10.350 euro) al 15% per i Comuni fino a 1.000 abitanti (331 euro). A Fossano, in particolare, l’indennità sarà di 2.277 euro, a Centallo di 2.001 euro, a Bene Vagienna di 607 euro, negli altri Comuni del Fossanese varierà da 331 a 441 euro. Per gli assessori la forbice oscillerà dal 65 al 10% del compenso del sindaco, per un’indennità che a Fossano sarà di 1.863 euro, a Centallo di 1.800 euro, a Bene Vagienna di 455 euro, negli altri piccoli Comuni del Fossanese tra i 220 e i 331 euro. Stessa indennità (1.863 euro) anche per il presidente del Consiglio comunale di Fossano (nei Comuni sotto i 15 mila abitanti il ruolo è ricoperto dal sindaco).
Tutti questi importi, peraltro, non saranno corrisposti integralmente fino al 2024. L’aumento dell’indennità viene applicato infatti al 45% nel 2022 e al 68% nel 2023 con un incremento graduale. Va considerato, infine, che nel caso in cui l’amministratore comunale (sindaco, assessore o presidente del Consiglio) sia anche dipendente pubblico in servizio, le indennità vengono decurtate del 50%.
Su "la Fedeltà" di mercoledì 2 novembre