I bagni di via Cavour bersaglio dei vandali

Il sindaco Tallone in Consiglio comunale: "Troppo costoso mantenerli, abbiamo pagato fino a 1000 euro in un mese per riparare i danni"

foto Costanza Bono

Il “caso” dei bagni pubblici di via Cavour, già segnalato da “la Fedeltà”, è approdato nel Consiglio comunale di Fossano. Se n’è parlato nella seduta dello scorso 7 novembre, dopo un’interrogazione al sindaco Tallone firmata dai consiglieri di minoranza Vincenzo Paglialonga, Rosita Serra, Paolo Cortese e Francesca Crosetti. Ed è emerso come sia difficile intervenire contro la causa del degrado e dei disservizi della struttura, ovvero i continui atti vandalici.

Nel dettaglio, Paglialonga, Serra, Cortese e Crosetti denunciano che “la porta del bagno sul lato sinistro è perennemente chiusa, impedendo l’accesso ai cittadini” (ma all’interno la luce è accesa e l’acqua scorre senza interruzione dalle vaschette dello scarico), che anche il bagno riservato agli ambulanti del mercato settimanale “presenta una grave situazione di incuria e sporcizia”, che “un terzo locale, all’estrema sinistra verso la piazza, presentava una porta sempre aperta e «bloccata» da un mattone ed altrettanta incuria e sporcizia” e che “nella zona antistante la costruzione permane un odore sgradevole”.

Tallone ha lamentato gli “atti vandalici sistematici”, a causa dei quali si deve “intervenire costantemente per sostituire vaschette, rubinetti e sanitari”: proprio a causa di questi danneggiamenti continui, che comportano un salasso per le casse del Comune (fino a 1.000 euro in un mese), si è deciso di chiudere il bagno sul lato sinistro. Si era tentato, nel frattempo, di dare in concessione, con una formula che prevedesse anche il servizio di vigilanza, “blocchi di servizi igienici”, fra i quali quello di via Cavour; ma non ci sono state adesioni.

Perché, inoltre, la pulizia dei locali sia adeguata, occorrerebbero tre passaggi al giorno della ditta che se ne occupa (e che oggi ne effettua uno, al mattino) o la sostituzione degli arredi attuali con servizi igienici autopulenti; entrambe le soluzioni sono, però, molto costose. Quanto al contrasto degli atti vandalici, un’ipotesi sul tavolo è quella di introdurre un dispositivo che permetta l’accesso soltanto con codice fiscale; questo consentirebbe sì di identificare quanti si sono serviti della struttura nel lasso di tempo in cui siano stati compiuti degli atti vandalici, ma non di risalire in modo sicuro al responsabile.

L’unica strada alternativa alla chiusura, secondo Tallone, è “che certe persone capiscano che anche le opere pubbliche che danno servizi fanno parte di casa loro”. Ma raggiungere questo obiettivo non è facile: “È vergognoso - ha aggiunto il sindaco - che il patrimonio pubblico sia continuamente oggetto di atti di vandalismo”, di cui sono vittima non solo i servizi igienici, ma vari arredi urbani. I responsabili sarebbero, ha concluso il primo cittadino, “minorenni, già noti alle Forze dell’ordine, con problematiche di disagio familiare”.