Commosso addio al prof. Olivero, già preside della Scuola Agraria di Cussanio – AGGIORNATO

olivero giuseppe

il funerale del prof. oliveroSi sono svolti stamattina, sabato 3 dicembre, nella parrocchia di san Giovanni Decollato, i funerali di Giuseppe - Beppe - Olivero, agronomo, insegnante e successivamente preside e direttore della Scuola Agraria di Cussanio, poi direttore della "Enologica" di Alba, morto mercoledì 30 novembre all'Hospice di Busca. A celebrare il funerale don Mario Dompè, parroco delle parrocchie del Romanisio della diocesi di Fossano, già insegnante di Religione alla scuola Agraria di Cussanio e il docente di religione della Scuola enologica di Alba. Molti gli ex colleghi e gli allievi degli istituti in cui Olivero aveva insegnato o aveva svolto ruoli di direzionava  coordinamento: oltre che a Fossano, era stato dirigente a Brescia (Edolo). Per sette anni (dal 2000 al 2007) aveva diretto l'istituto unificato Umberto I, che comprendeva gli istituti di Grinzane, Fossano e Verzuolo. Tutti hanno avuto parole di grande apprezzamento e affetto per il professor Olivero, per Beppino o Beppe, come veniva chiamato in famiglia e tra gli amici.

Nato nel '45 a Racconigi dov'era sempre vissuto, unico maschio di una numerosa famiglia (aveva sei sorelle, tutte insegnanti), il papà era sovrintendente della parte boschiva della tenuta reale. Beppe, seguendo la sua inclinazione, dopo l'Istituto tecnico agrario a Lombriasco, si era iscritto alla facoltà di Agraria di Piacenza. Aveva mantenuto un legame profondo con le sue sorelle e i suoi nipoti; raccontava che, a Natale, ci teneva a riunire tutti a casa sua. "A volte siamo una quarantina" - diceva soddisfatto.

Aveva iniziato l'insegnamento di Agronomia all'istituto agrario di Cussanio in contemporanea con l'avvio del triennio superiore in quell'istituto; i suoi allievi erano poco più giovani di lui; di qui un feeling che si era protratto nel tempo. Insieme al collega Alfonso Faroppa (insegnante di Economia e Zootecnia) aveva mantenuto, con questi primi diplomati della scuola Agraria di Cussanio, un'amicizia e un cameratismo che li aveva portati a organizzare rimpatriate annuali con visite aziendali, giornate di approfondimento, simpatici incontri conviviali.

I campi sperimentali di mais alla Scuola agraria

Negli anni dell'insegnamento e della direzione della Scuola Agraria, Olivero introdusse diverse innovazioni, tra cui quella dei campi sperimentali del mais. "Fu un precursore di questa pratica - racconta l'ex collega e amico Alfonso Faroppa -;per poter confrontare la resa del mais sceglievamo  aziende sufficientemente rappresentative della zona. In ognuna di queste aziende gli studenti seminavano una ventina di varietà (due file per ognuna); alla fine si raccoglieva il mais a mano suddividendolo con attenzione; lo sfogliavamo, legavamo i mazzi' e facevamo piccole "puntà" per consentirne l'essicamento. Alla fine sgranavamo il mais e calcolavamo la resa. i risultati venivano pubblicati sul periodico della Coldiretti, "Il coltivatore". Olivero fu un vero precursore - conclude Faroppa -; solo dopo questi nostri primi campi sperimentali, che videro un buon coinvolgimento degli studenti (impegnati in orario extrascolastico), partirono i campi sperimentali dei Centri di assistenza tecnica".

In quegli anni Olivero ideò anche una giornata di giochi popolari dedicati alla cultura contadina: tra alla fune, rottura delle pignatte, corsa nei sacchi, camminata con l'uovo nel cucchiaio... "La giornata si concludeva con una grigliata. Si era creato un bel clima all'Agraria..."- ricorda Faroppa.

Un clima di collaborazione che coinvolgeva anche i sacerdoti che prestavano servizio al santuario (in quegli anni la scuola era ospitata nei locali adiacenti il santuario; il piano superiore era adibito a collegio. "Avevamo un ottimo rapporto con don Rostagno e don Willy; si davano molto da fare perché gli studenti si trovassero bene".

L'impegno nel campo del luppolo e della birra

Dopo un intenso periodo di direzione della Scuola enologica di Alba (in cui non aveva mancato di portare vivacità e innovazione) Giuseppe Olivero era  tornato alla scuola agraria di Cussanio in una veste nuova: recentemente si era appassionato alla birra e da anni collaborava con Teo Musso (Baladin) all'introduzione della coltivazione del luppolo in Italia. Da alcuni anni seguiva un campo sperimentale di luppolo nell'ambito di questo suo progetto. Era anche stato eletto segretario nazionale dell'Organizzazione nazionale assaggiatori di birra (Onab).

Da alcuni mesi aveva dovuto rallentare i suoi impegni per problemi di salute. Ricoverato in ospedale, gli era stato diagnosticato un problema ai polmoni che purtroppo si è rivelato più grave di quanto ipotizzato in un primo momento. Nel corso della malattia una frattura del femore aveva peggiorato la situazione. Dopo un periodo di ricovero all'ospedale di Savigliano ha trascorso le ultime settimane all'Hospice di Busca.

La salma è stata composta nella camera mortuaria dell'Hospice (orario 9-19). Il funerale si terrà sabato 3 dicembre alle 10 nella chiesa di San Giovanni Battista di Racconigi; il rosario venerdì 2 alle 20 nella chiesa di Santa Maria Maggiore.

Giuseppe Olivero lascia le figlie Francesca, medico all'ospedale di Mondovì e Federica, laureata in Matematica, docente universitaria a Bristol; sei sorelle e numerosi nipoti.

A tutti affettuose condoglianze dalla redazione de la Fedeltà.