Intossicazione da monossido di carbonio, 23 casi al Pronto soccorso di Cuneo nel 2022

Il vademecum dell'Azienda ospedaliera per prevenire il problema

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L'Ospedale Santa Croce di Cuneo - Foto di Loris Salussolia

Nel 2022 sono aumentati in modo esponenziale i casi di intossicazione da monossido di carbonio: il dato degli accessi al Pronto Soccorso del S. Croce, come segnalato da Giuseppe Lauria, direttore della Struttura complessa Medicina e Chirurgia d’urgenza, al 6 dicembre è di 23 casi (di cui 9 a novembre e 11 concentrati nei primi 6 giorni del mese in corso). Nel 2018 gli accessi erano stati 15, nel 2019 5, nel 2020 e 2021, 7 per ciascun anno.
Dall’Azienda ospedaliera S. Croce forniscono alcune raccomandazioni. La presenza di stufe, caminetti o altre fiamme libere in locali non adeguatamente ventilati possono causare accumulo di monossido di carbonio, un gas inodore e incolore, che causa un'intossicazione che può essere mortale. Occorre sempre rispettare le indicazioni d’uso riportate sulle istruzioni dell’apparecchio e ventilare gli ambienti nei quali è in opera un sistema di riscaldamento.

Sull’opuscolo pubblicato sul Portale dell'Azienda seguono alcune informazioni, scritte anche in 4 lingue straniere (francese, inglese, albanese e arabo): impianti di riscaldamento o stufe a fiamma libera non adeguatamente ventilati possono liberare ossido di carbonio; sintomi di intossicazione possono essere confusi con influenza o tossinfezione alimentare e coinvolgere più soggetti nello stesso ambiente; in presenza di sintomatologia subdola, con alternanza di miglioramento in ambiente esterno e peggioramento in ambiente domestico, occorre contattare il medico curante o il Pronto Soccorso.