“Franco Battiato – La voce del padrone” – “Una mamma contro G. W. Bush”

Franco Battiato La Voce Del Padrone

FRANCO BATTIATO - LA VOCE DEL PADRONE
di Marco Spagnoli; con Franco Battiato, Nanni Moretti, Morgan, Paolo Buonvino, Mara Maionchi. Italia, 2022. 

Il titolo, “La voce del padrone”, è quello dell’album del 1981 che fece conoscere definitivamente Franco Battiato al grande pubblico (fu il primo disco in Italia a vendere più di un milione di copie), ma il bel documentario di Marco Spagnoli spazia lungo tutta la carriera di uno dei più raffinati e innovativi musicisti italiani. Artista poliedrico che amava definirsi “un compositore classico prestato alla canzone”, Franco Battiato rappresenta una sorta di “unicum” nel panorama culturale italiano e acutamente il regista ripercorre la sua carriera musicale, artistica e umana attraverso documenti d’epoca –  giovanissimo nel 1967 al varietà Rai  “Diamoci del tu” – sequenze di concerti eccezionali – su tutti quello che Battiato tenne, sconsigliato, per non dire osteggiato dal Ministero degli Esteri del tempo, a Baghdad subito dopo la prima guerra del Golfo -  e testimonianze d’eccezione di musicisti e artisti che con Battiato hanno lavorato e condiviso esperienze e passioni. Poco compreso e poco amato, inizialmente, dalla critica e dal pubblico - nel 1972 il suo disco d’esordio “Fetus” venne letteralmente stroncato - Battiato non rinunciò mai alla propria cifra stilistica e autoriale e il tempo gli dette ragione. Riuscì come ricorda in una simpatica e toccante testimonianza il batterista Donato Scolese a far memorizzare al suo pubblico testi incredibilmente surreali,  diventando, senza scomporsi, un musicista al contempo popolare ed elitario. Battiato è stato un artista unico perennemente “fuori dagli schemi” in grado di regalare al pubblico musiche ed esperienze indimenticabili e il film di Marco Spagnoli ce lo racconta con una semplicità che lui avrebbe amato. Da non perdere. 

Una Mamma Contro GW Bush
UNA MAMMA CONTRO G. W. BUSH
di Andreas Dresen; con Meltem Kaptan, Alexander Scheer, Cornell Adams, Henry Appiah, Devrim Deniz Aslan. Germania, Francia, 2022.

Il caso, quando meno te lo aspetti. Potrebbe anche essere questo il titolo del simpatico “dramedy” di Andreas Dresen, oppure, ma sarebbe un po’ troppo biblico, “Davide contro Golia”, perché nei fatti di questo si tratta. Una mamma, una donna qualsiasi, Davide, che sfida il governo degli Stati Uniti, Golia, e vince. 
Siamo nel 2001, poco dopo gli attentati dell’11 settembre. Rabiye Kurnaz è una signora tedesca di origini turche, vive a Brema, nel nord ovest della Germania. Una mamma assolutamente normale, una casetta a schiera, una bella e dinamica famiglia di cui lei è l’instancabile motore. Di colpo la normalità di quella famiglia viene sconvolta in maniera terribile perché il figlio di Rabiye, il giovane Murat, viene accusato di terrorismo, arrestato e condotto nel carcere di Guantanamo. La donna, assolutamente certa dell’innocenza del figlio e della falsità delle accuse, tra il 2001 e il 2006 condurrà un’incredibile lotta contro il governo statunitense per dimostrare l’assoluta estraneità del figlio ai fatti contestati e riportarlo a casa. Drammatico nel suo assunto ma decisamente comico nel registro narrativo scelto, “Una mamma contro G.W. Bush” trova il suo punto di forza in Meltem Kaptan, attrice comica tedesca di origine turca molto nota in Germania (e che per questa interpretazione ha vinto l’Orso d’Oro al Festival di Berlino come Miglior Interprete) e in una sceneggiatura dinamica e incalzante (che ha vinto al Festival di Berlino l’Orso d’Oro per il miglior script) che forse poteva scavare in maniera più incisiva sul contesto etico e socio-politico che stava dietro la drammatica incarcerazione di Murat, ma che tuttavia ha il grande  merito di affrontare un tema scomodo e scottante  - gli arresti arbitrari e, più in generale, i limiti del potere esecutivo e i diritti di un cittadino in una democrazia - in una chiave in grado di arrivare al grande pubblico. E non è poco.