C’è un fossanese tra le stelle sul lago d’Orta. È Alberto Giaccardi e di mestiere fa il concierge nelle strutture di Antonino Canavacciulo sul lago d’Orta. A lui è affidato il compito di accogliere i super ospiti di “Villa Crespi” e “Laqua by the lake”, le due strutture ricettive che lo chef ha sul lago d’Orta. È suo il compito di prendersi cura di ogni esigenza dei clienti e contribuire a fare in modo che la permanenza degli ospiti internazionali delle strutture trascorra nel migliore dei modi.
Le due strutture hanno tra loro una grande connessione: da un lato Villa Crespi con le sue super esclusive 14 camere e dall’altro, a pochi chilometri, la nuova struttura affacciata sul lago, altrettanto esclusiva, la cui cucina è stata a sua volta presa in carico dal secondo chef di Villa Crespi: “La componente dell’accoglienza è centrale per noi, basti pensare che l’80% dei clienti dei tavoli del ristorante sono riservati per clienti interni” ci ha spiegato Alberto.
Dalla laurea in Scienze Politiche al Club Med
Villa Crespi proprio in queste settimane è stata insignita della terza stella Michelin, un traguardo atteso da tempo che consente allo chef di iscriversi nell’Olimpo dei più blasonati a livello internazionale e la soddisfazione traspare anche nelle parole di Alberto. Ma come si diventa concierge in una struttura come Villa Crespi? Ad ascoltare le parole di Alberto verrebbe quasi da pensare per caso, oltre che per dedizione e impegno: “Posso dire di essere arrivato a fare questo lavoro per una folgorazione. Dopo il diploma alla Ragioneria di Fossano e la laurea in Scienze Politiche indirizzo amministrazione e consulenza del lavoro ho iniziato a lavorare alle risorse umane per Club Med”. Un impiego che era il naturale proseguo degli studi effettuati, su una strada che sembrava tracciata per lui. Ma…, come sempre nelle storie che nascono da un mix di casualità e coraggio c’è un ma: “La seconda stagione in club Med non c’è il posto nel settore delle risorse umane. Mi propongono, e io accetto, di occupare un posto alla reception ed è stata la mia fortuna. Mi sono innamorato di questo lavoro, del contatto con le persone, dell’opportunità di viaggiare. Al termine della stagione ho valutato i pro e i contro di questo lavoro, ho capito che in entrambe le carriere c’era una grande opportunità di crescita professionale e quindi ho scelto di proseguire con quella che mi appassionava di più”. Ecco che inizia la vita in viaggio di Alberto: fino a 4 Paesi diversi all’anno dalla montagna ai tropici sempre a contatto con un mondo esclusivo di viaggiatori: “Anno dopo anno mi sono reso conto che c’è un mondo nell’accoglienza di altissimo livello che offre la possibilità di viaggiare e di raggiungere posizioni di carriera molto alte. Ho fatto carriera in club Med fino a diventare “guest relation manager”, poi, in concomitanza con il Covid, ho deciso che fosse il momento di provare a buttarmi sul vero lusso e due anni fa sono arrivato da Antonino Canavacciuolo, prima solo a Villa Crespi e ora in entrambe le strutture”.
L'arrivo tra le stelle
Il passaggio Alberto lo ha fatto in un momento molto particolare per il mondo della ristorazione e del turismo, un periodo storico in cui alcune strutture ricettive non hanno riaperto dopo le chiusure forzate del Covid: “In realtà a questi livelli ci sono molte garanzie per i lavoratori e si tratta di aziende molto solide – ci spiega Alberto -. C’è una cosa che mi insegnavano all’Università nei corsi di economia: il lusso non conosce crisi e posso testimoniare che è così: magari si fa fatica a trovare chi occupa una camera da 150 Euro mentre una da 700 è sempre piena”.
E così Alberto si trova ad accogliere il suo campione di basket preferito, ma anche il papà dell’amico fossanese di infanzia, proprio il giorno dopo l’ottenimento della terza stella: “All’inizio era strano, mi sono dovuto abituare a vedere spesso persone che ero abituato a conoscere solo attraverso la tv. Uno dei primi giorni appena preso servizio mi sono trovato davanti lo chef Canavacciuolo con tutti i colleghi di Masterchef: cinque minuti prima li stavo guardando in televisione, mi ha fatto effetto. Un’altra volta abbiamo curato l’organizzazione di un matrimonio super esclusivo: 50 ospiti per i quali sono state riservate, oltre al ristorante, anche tutte e due le strutture per due giorni. È stato un evento incredibile con un banchetto riservato e l’accesso alle attività in esclusiva. Dietro a eventi come quelli c’è una macchina organizzativa pazzesca”.
Non c'è due senza tre
In questo periodo a Villa Crespi c’è aria di grande soddisfazione per la terza stella, anche se il lavoro e gli obiettivi non si fermano mai: del gruppo di hotel “Laqua”, infatti quello “On the lake” è l’ultimo ad aver aperto. Le cucine di altre due hanno già conquistato la prima stella e ora è lecito immaginare che le ambizioni siano di raggiungerle anche da parte del nuovo ristorante: “La terza stella per Villa Crespi era un obiettivo da molti anni ed è stata sudata. Quest’anno la cerimonia è stata di martedì, giorno di chiusura del ristorante. Molti erano alla cerimonia, ma tutti noi eravamo incollati allo schermo a guardare la diretta. Quando è stata annunciata la stella ottenuta da Laqua countryside, il resort toscano del gruppo, abbiamo temuto sfumasse la terza stella. Già lo scorso anno, infatti, era stata annunciata la stella per Laqua on the sea, il resort a Sorrento, e, al momento dell’annuncio delle tre stelle, quella di Villa Crespi non era arrivata. Quest’anno invece c’è stato questo doppio riconoscimento ed è stata una grandissima festa. Anche se il giorno dopo abbiamo dovuto fare fronte ai centralini in tilt per un vero e proprio tsunami di prenotazioni”.
Bella coincidenza quella di trovarsi davanti il giorno successivo proprio una coppia fossanese: “Sono stato contento negli anni tra il ’90 e il 2000 giravo con il figlio in piazza Rafaela a Fossano, è stata la prima volta che ho accolto qualcuno proveniente da Fossano. Avevo già avuto ospiti delle persone conosciute perché dei clienti del Club Med mi hanno seguito anche qui, ma mai qualcuno che venisse da casa”.
Le proverbiali pacche sulle spalle
E le pacche sulla spalla? Ci sono eccome: “Sì – ammette Alberto -. Lo chef è proprio come lo si vede in TV. È sempre pronto allo scherzo e alla battuta. Vive proprio sul lago d’Orta quindi è una presenza costante. Mi prende sempre in giro perché sono juventino e cerca di convincermi a tifare Napoli. Il giorno dopo l’ottenimento della terza stella mi sono meritato una pacca fortissima sulla schiena perché gli ho detto che aveva tre stelle proprio come la Juve”.
Alberto ha raggiunto l’Olimpo, ma non si sente arrivato: “Guardo al futuro consapevole che questa esperienza mi ha reso una persona completamente diverso. Non credo che mi fermerò qui per sempre, comunque. Sicuramente vorrei restare in Italia, ma non si può mai sapere. Nel nostro settore è in atto un cambiamento epocale. Credo che serva ancora un po’ di tempo, ma poi per professioni come la mia ci sarà la possibilità di crescere molto anche sul piano economico. Questo è un mestiere molto democratico, si può iniziare anche senza una preparazione dedicata e più si cresce più si è autonomi nelle scelte professionali e geografiche. Ai giovani dico di tenere duro: opportunità ce ne sono!”.