Dai diari ri-aperti storie di solidarietà, tra Resistenza e leggi razziali

locandina spettacolo diari riaperti cdf

È sold out l’appuntamento di stasera, martedì 13 dicembre a Cussanio, ma a gennaio sono già previste alcune repliche dello spettacolo “Diari ri-aperti”. L’occasione è speciale perché consente di scoprire storie fossanesi, storie di persone che hanno rischiato la vita pur di salvare quella di altri. Le vicende sono di oltre 70 anni fa, lo scenario quello della Seconda guerra mondiale, della Resistenza e delle leggi razziali. Anche a Fossano, mentre in città vivevano soldati pronti ad uccidere in pubblica piazza chiunque non si adeguasse alle leggi, ci sono state persone che hanno ospitato e nascosto per settimane e mesi famiglie ebree.

Due di queste storie sono le protagoniste dello spettacolo “Diari ri-aperti” di Carlo Turco e portato in scena dalla Corte dei folli. Sono storie vere, ricostruite proprio attraverso diari del tempo. Pagine ritrovate al Mab (Museo archivio biblioteca diocesani) nel palazzo vescovile: grazie al riordino avvenuto, stanno emergendo interessanti testimonianze della nostra storia, frutto di una ricerca condotta da don Mandrile negli anni, che ha raccolto le testimoniante in una cartellina preziosissima.

Lo spettacolo è nato all’interno del progetto “Santuari e Comunità” promosso da Fondazione Crt a cui ha aderito il Santuario di Cussanio: fa parte delle iniziative sociali, coordinate da Monica Mazzucco, volte a rafforzare il ruolo dei santuari quali luoghi di naturale bellezza, di relazione, di coinvolgimento comunitario, d’inclusione e coesione. Un santuario, come tutti i luoghi di fede, è infatti anche un luogo della memoria, un contenitore di ricordi vivi che alimenta proprio quel processo di costruzione della memoria così fondamentale per qualsiasi società.

“Diari ri-aperti” racconta le vicende di una famiglia ebrea ospitata in quello che allora era il più grande albergo di Fossano e di una famiglia polacca che trovò rifugio proprio al Santuario di Cussanio.

Innumerevoli furono le attività di assistenza e ricovero poste in atto da civili e religiosi per ospitare, nascondere e proteggere ebrei, perseguitati politici, partigiani, e disertori - racconta Carlo Turco -. Tra i molti fossanesi che prestarono aiuto non possiamo non ricordare le famiglie Blua e Grasso o il dottor Costanzi dell’ospedale di Fossano, e così il clero tutto che sotto la guida del vescovo mons. Dionisio Borra fu assai attivo in quegli anni nell’opera di assistenza, ricovero e cura dei perseguitati. Molti i luoghi che con sprezzo del pericolo e profondissima umanità vennero messi a disposizione di chi in quei terribili mesi tentò di sfuggire alla furia nazi-fascista: numerose le case private e poi il seminario di Fossano, il seminario minore e il Santuario di Cussanio, l’alloggio delle suore dell’ospedale, l’istituto dei Salesiani, il convento delle suore Domenicane, e le parrocchie di Maddalene, Murazzo e Loreto. Accanto al vescovo mons. Dionisio Borra furono moltissimi i sacerdoti che si prodigarono in questa forma di resistenza senza le armi e tra i molti ricordiamo don Rinaldo Avetta, mons. Michele Pellegrino, don Giovanni Rebaudengo, don Costanzo Ravera, don Antonio Mana, don Raffaele Volta, don Rostagno, don Conte, la madre superiora delle Domenicane suor Maria Angelica Ferrari, don Giacomo Cavallo, don Filippo Monge (parroco di Murazzo) e don Giuseppe Chiaramello (parroco di San Sebastiano)”.

La regia dello spettacolo è di Pinuccio Bellone e Stefano Sandroni, che sarà anche in scena con Teresa Della Monica e Lorenzo Ravera, le musiche sono a cura dei Mishkalè. L’evento è possibile grazie a Anpi Fossano, il Santuario di Cussanio, la Fondazione Crt, il Mab Fossano e don Pierangelo Chiaramello.