Cuore e grinta: Stefania Belmondo icona dell’impegno

La campionessa olimpica è stata testimonial di determinazione e solidarietà alla presentazione del calendario Svaf

Puntuale come ogni anno a dicembre è giunto il momento della presentazione del calendario dello Svaf, il servizio volontario anziani Fossano, l’associazione che svolge la sua attività nelle Case di riposo cittadine portando gioia, compagnia e intrattenimento. Un’attività che negli ultimi anni ha patito il peso delle misure anti-Covid, ma i volontari non hanno mai perso lo spirito altruistico.

Per la presentazione del calendario 2023, lo Svaf ha pensato di condividere un pomeriggio presso il centro Santa Chiara con gli utenti di Case famiglie e Centri diurni della cooperativa Il ramo invitando una vera icona di sport e valori: Stefania Belmondo.

Belmondo è uno dei simboli della Granda: nata a Vinadio è cresciuta a Pontebernardo, una frazione di Pietraporzio, è una delle atlete più titolate nella storia dello sci di fondo, con dieci medaglie olimpiche e tredici iridate. Ha vinto inoltre 23 competizioni in Coppa del Mondo piazzandosi in testa alla classifica delle italiane più vincenti di sempre in un circuito mondiale. A livello olimpico è la seconda atleta donna italiana più medagliata nella storia alle spalle della pattinatrice Arianna Fontana.

Un’atleta di grandissimo valore in pista che ha continuato a portare alti i valori dello sport pulito anche dopo il ritiro dall’agonismo. Che abbia indosso la divisa di Carabiniere forestale o i panni di donna e mamma, Stefania Belmondo non abbandona mai l’impegno divulgativo per uno sport onesto e pulito.

Un cortometraggio con animazione di Ugo Nespolo e testo di Antonella Saracco racconta le imprese sulla neve dell’atleta della valle Stura, ma è il confronto con lei che lascia il segno: “Sono nata in un paesino di montagna vicino alla Francia a circa 70 km da qui. Nevicava molto e mio papà aveva costruito degli sci per me, mio fratello e mia sorella e così sciavamo davanti a casa - racconta con naturalezza -. Non parlo mai di quello che ho vinto perché il vero campione non è chi ha vinto tanto, ma chi, nella vita, non ha mai ceduto. La mia vera vittoria è quella di non aver mai preso sostanze. Certo, mi allenavo tanto, tantissimo, ma tutto quello che ho vinto è stato per merito mio. So di aver raggiunto i miei obiettivi con le mie forze”.

“Quella di Stefania Belmondo è una forte testimonianza di impegno e ci si può impegnare per una medaglia olimpica, ma anche per la medaglia di vita” ha detto Mauro Capraro, presidente dello Svaf.

Medaglia metaforicamente assegnata ai volontari e ai familiari di persone con disabilità anche dalla Belmondo: “Ho una grande ammirazione per le famiglie di ragazzi con disabilità - ha detto -. A volte mi lamento, ma mi rendo conto di avere torto perché ci vuole una grande forza per aiutare questi figli. Compatibilmente con la possibilità di movimento credo che sia importante anche per chi ha una disabilità tenersi impegnato, anche con attività sportiva. Vedevo la gioia negli occhi dei ragazzi disabili che venivano a fare le settimane bianche a Festiona. È giusto che si creino opportunità per essere attivi, perché meno ci si muove,meno ci si muoverebbe.E lo stesso vale per chi è anziano. Mio papà è mancato lo scorso anno. Negli ultimi tempi il suo problema era non avere nulla da fare. Ricordo un giorno: con mia sorella e mio fratello stavamo togliendo le patate; mio papà era seduto poco più in là. A un certo punto ho portato una cassetta piena sul bordo del campo e l’ho visto allungare il bastone, agganciare la cassetta e trascinarla un po’. Quando gli ho chiesto perché lo facesse mi ha risposto che doveva ben aiutarci! Finché una persona resta attiva, si sente parte della società”.

A tu per tu con la campionessa olimpica

Approfittando della presenza a Fossano della campionessa olimpica, le abbiamo posto alcune domande.

Chi è Stefania Belmondo oggi?

Oggi sono un Carabiniere forestale, sono mamma di due figli uno di 19 e uno di 17 anni. Mi piace andare nelle scuole a parlare di sport e rispetto per l’ambiente. Quando ho avuto i figli ho smesso di commentare le gare sportive, ma ho promesso che avrei ripreso quando i miei figli fossero stati maggiorenni. Il più piccolo compirà 18 anni a febbraio e ho quindi accettato di tornare a commentare i mondiali di sci che si terranno in Slovenia.

Quanto conta essere riconosciuta come l’immagine di uno sport pulito?

Fino alla fine dei miei giorni combatterò contro la piaga del doping perché mi dispiace pensare che avrei potuto vincere molto di più, soprattutto all’inizio, se solo ci fossero stati controlli più serrati. Ma è una giusta causa perché non ci sono solo le vittorie, ma soprattutto la salute.

Come sono visti i cuneesi nel resto del mondo?

Noi tutti in generale siamo grandi lavoratori, che non amano mettersi in mostra. Sembriamo chiusi, ma sappiamo essere anche molto generosi.

Si fa gran parlare della fatica di lasciare l’attività agonistica, come è stato l’addio all’attività sportiva di Stefania Belmondo?

È stato un salto difficilissimo e traumatico, ma nella vita bisogna fare delle scelte. Continuo comunque a fare tantissimo sport, sia perché cerco ogni occasione per stare all’aria aperta, sia perché è quello che ho fatto sempre con grande passione.