Nella mangiatoia il senso del Natale: Dio è vicino, povero, concreto

Papa Francesco: l'omelia nella messa della notte di Natale

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Il Papa durante l'omelia nella messa della notte di Natale (foto Vatican News)

“Dopo due millenni dalla nascita di Gesù, dopo molti Natali festeggiati tra addobbi e regali, dopo tanto consumismo che ha avvolto il mistero che celebriamo, c’è un rischio: sappiamo tante cose sul Natale, ma ne scordiamo il significato. E allora, come ritrovare il senso del Natale? E soprattutto, dove andare a cercarlo?”. Lo ha domandato il Papa nell’omelia della messa della Notte nella Solennità del Natale del Signore nella Basilica di San Pietro.
Francesco si è soffermato sulla “mangiatoia”, perché “per ritrovare il senso del Natale bisogna guardare lì”: “È il segno, non casuale, con cui Cristo entra nella scena del mondo. È il manifesto con cui si presenta, il modo in cui Dio nasce nella storia per far rinascere la storia”.
Papa Francesco ha declinato tre aspetti della mangiatoia: vicinanza, povertà, concretezza.

L’umanità non fa posto ai più piccoli, ai “bambini divorati da guerre, povertà e ingiustizia”
La mangiatoia, ha spiegato il Papa, “serve a portare il cibo vicino alla bocca e a consumarlo più in fretta”: “Essa può così simboleggiare un aspetto dell’umanità: la voracità nel consumare. Perché, mentre gli animali nella stalla consumano cibo, gli uomini nel mondo, affamati di potere e di denaro, consumano pure i loro vicini, i loro fratelli. Quante guerre! E in quanti luoghi, ancora oggi, la dignità e la libertà vengono calpestate! E sempre le principali vittime della voracità umana sono i fragili, i deboli”. Anche in questo Natale, ha proseguito il Santo Padre, “un’umanità insaziabile di soldi, potere e piacere non fa posto, come fu per Gesù, ai più piccoli, a tanti nascituri, poveri, dimenticati. Penso soprattutto ai bambini divorati da guerre, povertà e ingiustizia. Ma Gesù viene proprio lì, bambino nella mangiatoia dello scarto e del rifiuto. In Lui, bambino di Betlemme, c’è ogni bambino. E c’è l’invito a guardare la vita, la politica e la storia con gli occhi dei bambini”.
“Nella mangiatoia del rifiuto e della scomodità, Dio si accomoda: viene lì, perché lì c’è il problema dell’umanità, l’indifferenza generata dalla fretta vorace di possedere e consumare. Cristo nasce lì e in quella mangiatoia lo scopriamo vicino. Viene dove si divora il cibo per farsi nostro cibo. Dio non è un padre che divora i suoi figli, ma il Padre che in Gesù ci fa suoi figli e ci nutre di tenerezza”.

La povera mangiatoia fa emergere le vere ricchezze della vita: “non il denaro e il potere, ma le relazioni e le persone”
La mangiatoia di Betlemme, ha aggiunto Francesco, “oltre che di vicinanza, ci parla di povertà”. “Gesù nasce lì e la mangiatoia ci ricorda che non ha avuto altro intorno, se non chi gli ha voluto bene: Maria, Giuseppe e dei pastori; tutta gente povera, accomunata da affetto e stupore, non da ricchezze e grandi possibilità. La povera mangiatoia fa dunque emergere le vere ricchezze della vita: non il denaro e il potere, ma le relazioni e le persone”, ha precisato il Santo Padre. “Noi siamo chiamati a essere una Chiesa che adora Gesù povero e serve Gesù nei poveri”, ha indicato il Papa: “Certo, non è facile lasciare il caldo tepore della mondanità per abbracciare la bellezza spoglia della grotta di Betlemme, ma ricordiamo che non è veramente Natale senza i poveri. Senza di loro si festeggia il Natale, ma non quello di Gesù”. Per Francesco, “Gesù, che nasce povero, vivrà povero e morirà povero, non ha fatto tanti discorsi sulla povertà, ma l’ha vissuta fino in fondo per noi”.

Non lasciamo passare Natale “senza fare qualcosa di buono”
Gesù “non si accontenta di apparenze”, “non vuole solo buoni propositi” ma “cerca una fede concreta, fatta di adorazione e carità, non di chiacchiere ed esteriorità”. Al termine dell’omelia nella Solennità del Natale del Signore, Papa Francesco ha ricordato che “Dio non vuole apparenza, ma concretezza”: “Non lasciamo passare questo Natale senza fare qualcosa di buono. Visto che è la sua festa, il suo compleanno, facciamogli regali a Lui graditi! A Natale Dio è concreto: nel suo nome facciamo rinascere un po’ di speranza in chi l’ha smarrita!”. “La vera ricchezza non sta nelle cose, ma nelle persone, soprattutto nei poveri”, ha concluso il Papa.