Perché è bello abitare in provincia di Cuneo

Il Sole 24 ore ha pubblicato l’indagine annuale sulla qualità della vita: la Granda si mantiene stabile

Bastione tramonto

Ricordate quella famosa battuta di Totò, che si vantava di aver fatto il militare a Cuneo? Ebbene: chi nel capoluogo della Granda soggiorna per un certo periodo potrebbe essere tentato di... rimanerci. Qui, infatti, si vive bene. Lo dice la 33ª indagine sulla qualità della vita del “Sole 24 ore”, che fotografa l’Italia segnata dai “postumi” della pandemia di Coronavirus, dai primi segnali di recessione economica, dall’inflazione, dall’impennata dei prezzi e soprattutto dal “caro energia” che colpisce famiglie, aziende e amministrazioni pubbliche. Il quotidiano ha definito 90 indicatori, sulla base dei quali si “calcola” il livello di benessere. E la provincia di Cuneo, nella classifica che ne deriva, si colloca al 36° posto. Novanta indicatori (e 6 macro-categorie) L’analisi, pubblicata sempre alla fine dell’anno, prende in esame i dati relativi ai 12 mesi precedenti; per quest’ultima edizione, alcuni parametri sono però aggiornati al 2022.

Si tratta ovviamente, sottolineano dal Sole 24 Ore, di dati “tutti certificati, forniti da fonti ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca”. I 90 indicatori adottati sono suddivisi nelle sei macro-categorie tematiche in cui fin dal 1990 si articola l’indagine, 15 per ciascuna di esse: queste macro-categorie sono “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, società e salute”, “giustizia e sicurezza”, “cultura e tempo libero”.“Per ciascuno dei 90 indicatori - spiegano sempre dal quotidiano -, 1.000 punti vengono dati alla provincia con il valore migliore e 0 punti a quella con il peggiore; il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi, 1000 e 0. In seguito, per ciascuna delle sei macro-categorie di settore, si individua una graduatoria determinata dal punteggio medio riportato nei 15 indicatori, ciascuno pesato in modo uguale all’altro. Infine, la classifica finale è costruita in base alla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore”.

Grandezza e miseria della Granda

Quel 36° posto in classifica che la Granda ottiene deriva, come si è detto, dalla media che la provincia ha raggiunto in ognuna delle sei macro-categorie in cui si articola l’indagine. Cuneo brilla per “Giustizia e sicurezza” (12° posto in Italia), “Ricchezza e consumi” (18°), “Ambiente e servizi” (20°); una buona posizione si osserva anche per “Demografia e società” (37°), mentre i risultati più scarsi si registrano per “Cultura e tempo libero” (71°) e, soprattutto, “Affari e lavoro” (81°).

Il dato su “Giustizia e sicurezza”, che riguarda non solo i reati ma anche la rapidità con cui si concludono i processi, conferma, per fortuna, il luogo comune secondo cui la Granda è una provincia tranquilla, a fronte di una certa preoccupazione per la sicurezza pubblica che in questi ultimi mesi si registra nel capoluogo; gli unici numeri in controtendenza sono quelli che riguardano i delitti informatici e la mortalità per incidente stradale. La macro-categoria “Ricchezza e consumi” ribadisce, a sua volta, come la Granda sia piuttosto florida: ne sono prova, in particolare, i dati su “depositi bancari delle famiglie consumatrici”.

Sul fronte “Ambiente e servizi”, a rendere la provincia di Cuneo un luogo dove si vive bene sono soprattutto il numero di giorni consecutivi senza pioggia, che nonostante la recente siccità risulta basso a confronto con il resto d’Italia, e le piste ciclabili, su cui gli enti locali hanno evidentemente investito più di quanto si è fatto altrove. Per quanto riguarda “Demografia e società”, si segnalano in particolare il quoziente di natalità (nell’Italia che invecchia, le donne cuneesi hanno mediamente più figli delle altre) e il saldo migratorio totale (dalla Granda non è in corso alcuna “fuga” verso l’esterno); molta bassa, sempre rispetto alle altre province dello Stivale, anche la percentuale di casi di Coronavirus registrati. La scarsa diffusione della banda larga e la presenza anch’essa scarsa di bar sono tra gli elementi che non permettono alla provincia di Cuneo di fare bella figura alla voce “Cultura e tempo libero”. Il tracollo su “Affari e lavori”, infine, si deve a più voci, in particolare le cessazioni di imprese e gli infortuni sul lavoro che costituiscono, insieme con la mortalità stradale, una piaga della Granda; da segnalare anche la scarsità di aziende che praticano e-commerce.

Una fotografia in due colori L’analisi del Sole 24 ore incorona Bologna come la provincia italiana in cui si vive meglio, e per il capoluogo emiliano è la quinta medaglia d’oro; sul podio anche Bolzano, che a sua volta ottiene abitualmente ottimi risultati, e Firenze, che migliora la posizione raggiunta nel 2021. Se il punteggio di Milano, Roma e Torino si riduce rispetto al passato, le maggiori carenze si osservano nel Mezzogiorno: da questo punto di vista, l’Italia continua ad essere “spaccata” in due, ed è evidente l’esigenza che al Sud si investa soprattutto nelle energie rinnovabili, nella sanità e nell’istruzione.

La Granda, come si può notare, continua ad essere un luogo dove la qualità della vita è elevata. E, rispetto al 2021, nella classifica generale si sono perse soltanto due posizioni, il che testimonia una certa stabilità. Ciò non toglie che vi sia la necessità di intervenire su alcuni punti deboli, già noti ai cuneesi e che il lavoro del Sole 24 ore ha sottolineato: ci riferiamo, in particolare, alla sicurezza stradale e alla sicurezza sul lavoro.