Tangenziale, scelto il nuovo giudice; il processo parte a febbraio

Giovanni Mocci è il terzo magistrato che si avvicenda sul fascicolo in meno di un anno

L’inchiesta sul crollo del viadotto della tangenziale di Fossano ha trovato un giudice a Cuneo, nella persona di Giovanni Mocci. È il terzo magistrato che si avvicenda sul fascicolo in meno di un anno, dopo il trasferimento al tribunale per i minori di Torino della collega Alice Di Maio e l’astensione di un altro giudice, Emanuela Dufour, sollevata dall’incarico perché, quando ricopriva la funzione di gup, si era già pronunciata su un’archiviazione relativa a uno dei tre fascicoli di inchiesta avviati dalla Procura. L’udienza-filtro davanti al Mocci si terrà il 21 febbraio, a quasi sei anni dal 18 aprile del 2017, data del crollo del cavalcavia. Per quel disastro sono a processo sei tecnici e operai delle imprese appaltanti e altrettanti funzionari Anas (altri due imputati sono già stati giudicati - e assolti - in abbreviato). Dal procedimento si sono invece “sfilate” l’Anas e le imprese edili che la Procura aveva chiamato in causa: la Grassetto spa, la Infrastrutture Stradali srl e la Pel.Car srl. L’esclusione dei responsabili civili, motivata dall’assenza dei loro difensori durante gli accertamenti tecnici, non preclude tuttavia la possibilità di avviare un procedimento civile verso le aziende, indipendentemente dall’esito del processo penale. Esaurite le questioni preliminari, il primo atto sarà la calendarizzazione delle udienze. Il giudice Di Maio, prima di ottenere il trasferimento al tribunale per i minori di Torino, aveva previsto di concludere l’istruttoria entro quest’anno. L’obiettivo potrebbe forse essere raggiunto, marciando a tappe forzate, nel 2023.