Per la 34ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei (17 gennaio), dal titolo: “Uno sguardo nuovo (Is 40,1-11)”, è intervenuta la Commissione Cei per il dialogo interreligioso. “Desideriamo confermare l’importanza di questo rapporto per le nostre comunità cristiane”, dicono i vescovi. Anzi “il dialogo con l’ebraismo è qualcosa di assolutamente speciale per i cristiani, poiché il cristianesimo ha radici ebraiche che determinano l’unicità delle relazioni tra le due tradizioni”. La stagione che stiamo vivendo, segnata dall’auspicata uscita dalla pandemia che per lungo tempo ha fiaccato la vita del Paese, comprese le comunità di fede, ci spinge a interrogarci a fondo sulla nostra presenza nella società come uomini e donne credenti nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.
Il passo del profeta Isaia, scelto quest’anno come nucleo ispiratore per la Giornata del 17 gennaio (Is 40,1-11), è un annuncio di consolazione per il popolo, chiamato a stare saldo nella fiducia che il suo Signore non lo abbandonerò: ‘Nahamù nahamù ammì’, ‘Consolate, consolate il mio popolo’. Possiamo avere fiducia nel futuro perché la Parola di Dio ci garantisce che egli è fedele. Fondati in lui, troviamo la forza per dar credito alla vita ed essere fiduciosi, perché ci sentiamo preceduti e ‘superati’ dalla sua azione. Dio, infatti, opera oltre le nostre stesse attese”.
“Ai fratelli e alle sorelle delle Comunità ebraiche in Italia esprimiamo una viva gratitudine per il cammino compiuto ‘sotto lo stesso giogo’ (Sof 3,9) e rinnoviamo l’impegno a progredire nel dialogo, nella conoscenza e nella collaborazione - la conclusione -. Fondati sull’amore incrollabile dell’Eterno, siamo in grado di guardare con fiducia al tempo che ci sta davanti, indagando nuovi percorsi, creando sentieri per costruire insieme un futuro di speranza, portando il nostro servizio nella società e nelle città. In questo modo ci impegniamo a curare il nostro sguardo: da uno sguardo pauroso, sospettoso e stanco, a uno sguardo coraggioso, fiducioso, vitale, capace di vedere che Dio ‘non si affatica e non si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato’ (Is 40,28-29). Auspichiamo momenti di incontro, di studio, di preghiera e di comune testimonianza all’unico Dio”.