Il 2022 si è concluso con l’ennesima - la quinta - pronuncia giudiziaria a favore della gestione unica, interamente pubblica del servizio idrico in provincia di Cuneo: quella di Cogesi, non ancora completata in attesa delle liquidazioni delle attuali gestioni private e pubblico-private (tra cui Alpi acque per Fossano e altri 24 Comuni della Granda). La sentenza del Tar Piemonte del 27 dicembre ha infatti respinto il ricorso proposto da Tecnoedil contro l’Autorità d’ambito e la Provincia di Cuneo, per ottenere l’annullamento sia del Piano d’ambito, sia della delibera sulla scelta della forma di gestione, votata nel 2018 dall’Assemblea dei sindaci della Provincia con la maggioranza del 76% e tradotta nel marzo 2019 dalla Conferenza d’ambito nella delibera di affidamento alla società Cogesi.
Per Mauro Calderoni, presidente dell’Autorità d’ambito e sindaco di Saluzzo è “un’ulteriore conferma della correttezza del percorso intrapreso dall’Ente d’ambito cuneese per arrivare al gestore pubblico della Provincia di Cuneo. Appare sempre più velleitaria, quindi, l’estenuante resistenza di alcuni gestori, peraltro da tempo scaduti, il cui unico risultato è di ingessare il sistema idrico cuneese, impedendo di svilupparne appieno tutte le potenzialità”.
La partita giudiziaria, tuttavia, non è ancora finita. In Cassazione pende infatti il ricorso di Tecnoedil contro la sentenza del Tribunale superiore delle Acque pubbliche del luglio scorso che aveva dato ragione all’ente di governo del ciclo idrico in provincia di Cuneo. A questo scopo, per coprire le spese, la Conferenza d’ambito cuneese ha dovuto deliberare un nuovo incarico legale giovedì 1 dicembre, incrementando di 30 mila euro i 156.737 euro già impiegati per resistere in giudizi poi tutti puntualmente vinti.
“In democrazia le decisioni della maggioranza dovrebbero essere rispettate, invece da anni perdiamo tempo e risorse in strascichi giudiziari” conclude Calderoni. E “se entro una certa misura si possono negoziare degli adattamenti alle gestioni di fatto, le disposizioni normative non possono essere rifiutate in blocco e senza pregiudizio per gli interessi generali”.
Su "la Fedeltà" di mercoledì 11 gennaio