Nel 2022, come da trent’anni a questa parte, i femminicidi in Italia sono stabili; 100-120 all’anno. Il 70% delle donne denuncia le molestie, ma tre pratiche su quattro vengono archiviate come casi minori. Numeri importanti che fanno riflettere e portano a dire che tra le pieghe del dramma ci siano fragilità, scarsa autostima e conoscenza di sé, soggetti autoreferenziali e relazioni asimmetriche o peggio tossiche con manipolatori e vittime.
Dell’argomento se ne è parlato martedì 24 gennaio nella sala Nicolaj del cinema-teatro I Portici, nella conferenza-dibattito dal titolo “Quando l’amore diventa trappola e si trasforma in manipolazione mortale”, con la partecipazione straordinaria della criminologa Roberta Bruzzone. L’iniziativa voluta e organizzata dalla consigliera regionale di Parità Anna Mantini, in collaborazione con Regione Piemonte e Comune di Fossano, nell’ambito della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre, l'appuntamento era stato rinviato), ha visto un’ottima partecipazione di pubblico variegato per età e genere. “La cronaca di questi anni - ha introdotto Anna Mantini - restituisce un quadro drammatico delle relazioni, presunte d’amore, con una lettura nella narrazione dei fatti molto indulgente nei confronti degli assassini”.
Dopo i saluti istituzionali e le testimonianze a sostegno della serata, la parola è passata alla criminologa investigativa Roberta Bruzzone. “Per capire chi si ha di fronte, e dunque potersi proteggere, è necessario avere un solida e salda autostima unita a un’altrettanta consapevolezza e conoscenza di sé. Nella donna, ancorché innamorata, queste condizioni di rado sono presenti, tanto più se mossa da fragilità psicologica con un manipolatore che abilmente sa individuare la propria preda”.
L’evento è stato registrato e, per garantire una maggiore fruizione, presto sarà messo in rete. Articolo completo su La Fedeltà del 1° febbraio