“Il primo giorno della mia vita” – “Anna Frank e il diario segreto”

Il Primo Giorno Della Mia Vita

IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA
di Paolo Genovese; con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Gabriele Cristini, Giorgio Tirabassi, Lino Guanciale, Thomas Trabacchi, Italia, 2023, durata 121 minuti. 

Dopo il successo planetario di “Perfetti sconosciuti” (il film è stato venduto in oltre 30 Paesi, europei ed extra europei), Paolo Genovese torna a girare un film corale con una squadra di interpreti “all stars”, da Toni Servillo a Valerio Mastandrea, da Margherita Buy all’emergente Sara Serraiocco, e poi Giorgio Tirabassi, Lino Guanciale, Thomas Trabacchi ed altri ancora. Ma,  a dispetto di questa coralità di interpreti, le atmosfere sono quelle metafisiche di “The Place” piuttosto che le dinamiche relazionali di “Perfetti sconosciuti”.  Il film ruota intorno a quattro protagonisti ognuno dei quali ha un macigno sulle spalle: Emilia è una campionessa di ginnastica artistica finita su una sedia a rotelle; Napoleone è un formatore di successo, un coach che però ha perso la fiducia in se stesso. Arianna è un ufficiale di polizia a cui è morta la figlia adolescente e non sa darsi pace. E poi c’è il piccolo Daniele, uno youtuber da migliaia e migliaia di follower ma incompreso dai genitori e bullizzato dagli amici. Tutti e quattro hanno deciso di farla finita, in un modo o nell’altro. E poi c’è lui, un uomo misterioso che coglie i quattro personaggi proprio in quell’attimo prima di farla finita e offre loro l’opportunità di guardare le cose da un’altra prospettiva. Per una settimana, per sette giorni Arianna, Emilia, Daniele e Napoleone non saranno né morti né vivi. Vedranno senza essere visti, vivranno senza vivere veramente e potranno riflettere ancora per una volta su ciò che lasciano…
Potente nelle intenzioni, parlare di suicidio non è mai una passeggiata, il film di Genovese paga lo scotto di un registro narrativo troppo introspettivo e, in qualche modo, involuto che finisce per frenare le performance degli interpreti che non riescono a dare corpo e sostanza ai loro personaggi in modo adeguato. Forse un più misurato incrocio di dramma e commedia, pur senza arrivare ai livelli di “La vita è meravigliosa” di Capra, avrebbe sicuramente giovato. In fondo, anche Paolo Genovese deve averci pensato, perché nei fatti la sequenza di chiusura di “Il primo giorno della mia vita” è un evidente tributo al capolavoro del grande Frank Capra. 

ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO
ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO
di Ari Folman. Animazione, Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Israele, 2021, durata 99 minuti. 

Genio del cinema di animazione in grado di regalarci un capolavoro come “Valzer con Bashir”(2008), Ari Folman si cimenta ora con uno dei testi più significavi e drammaticamente importanti della letteratura mondiale come “Il diario di Anna Frank”. E anche questa volta coglie nel segno.  Già perché Folman rilegge in maniera coraggiosa e innovativa lo struggente diario di Anna con il chiaro intento di parlare alle nuove generazioni e rendere indimenticabile il messaggio di pace e tolleranza di cui il libro si fa portatore. 
Siamo ad Amsterdam, oggi. Nella casa, ora museo, di Anna Frank un temporale fa cadere la teca nella quale è custodito il diario della ragazza ebrea morta in un campo di concentramento. Per oltre due anni Anna ha vissuto nascosta con la sua famiglia in quella soffitta per poi venire scoperta e deportata a Bergen Belsen. Ogni giorno ha scritto il suo diario, ha annotato i suoi pensieri e sentimenti e da quelle pagine ecco che ora si materializza Kitty, l’amica immaginaria con cui Anna conversava in quei lunghi mesi. Kitty prende vita e subito si mette alla ricerca della sua amica, convinta com’è che Anna sia ancora viva. E sarà grande lo stupore di Kitty per come è diventato il mondo moderno e quanto la lezione di quei tragici eventi sia stata dimenticata…

Figlio di sopravvissuti ad Auschwitz, Ari Folman sa bene quanto sia difficile parlare della Shoah oggi, tra indifferenza e negazionismo crescente, e così costruisce il suo racconto (che ha evidenti finalità didattiche oltre che artistiche) come una sorta di giallo con Kitty nelle vesti dell’investigatrice e uno stile di animazione più che mai accattivante che in tecnica mista utilizza personaggi in 2D e fondali tridimensionali, colori sgargianti e una grande dinamicità  dei vari protagonisti. Raccontare il mondo di oggi attraverso il duplice sguardo di Kitty e di Anna Frank si è rivelato una scelta indovinata, perfetta soprattutto per un pubblico che difficilmente si avvicinerebbe ad un tema delicato come l’Olocausto.