Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano - dalmata, delle vicende del confine orientale. Pagine di storia per “sessant’anni lasciate bianche per non guastare i rapporti tra Italia e Jugoslavia - ha ricordato Anna Mantini del Comitato 10 febbraio in uno degli incontri organizzati per fare memoria -. Ora, grazie all’impegno di tanti e di associazioni come la nostra stanno finalmente emergendo i fatti. E sono drammatici”.
L’amministrazione comunale, in collaborazione con il Comitato 10 febbraio provinciale, il circolo culturale Il Ragno e la Lega Nazionale di Trieste ha infatti organizzato alcune iniziative a Fossano. Due incontri (uno si è svolto oggi, venerdì 10 febbraio, mentre l’altro è in programma martedì 14 febbraio) hanno permesso a tanti studenti delle scuole superiori di visionare un documentario, realizzato dalla Lega Nazionale di Trieste, sulla foiba di Bosovizza, una delle poche ancora in territorio italiano. Nato in realtà come pozzo per la ricerca del carbone, questa cavità di 250 metri non è mai stata chiusa e, fin dalla prima Guerra Mondiale, è stata utilizzata per gettare cose “scomode”, ricordava lo storico nel video. Tra queste, purtroppo, centinaia, migliaia di persone, uomini e donne. Cadaveri che occupavano una superficie pari a 500 metri cubi. Donne e uomini “che avevano la sola colpa di essere italiani”, ha rimarcato la Mantini e che sono stati gettati lì dentro, “molto spesso dopo aver subito ignobili torture, da parte delle milizie di Tito - ha detto l’assessore alla Cultura Ivana Tolardo -. Solo a Basovizza potrebbero essere state gettate 1200 persone. Mentre complessivamente, tra altre foibe e fosse comuni, secondo i calcoli purtroppo inevitabilmente molto approssimativi degli storici, sarebbero morte almeno 11-12mila persone. Sparite, senza lasciare traccia”.
Molto sentita la testimonianza di Cristina Chenda della Lega Nazionale di Trieste, figlia, nipote e pronipote di esuli istriani e fiumani che ha raccontato anche il dramma di chi è riuscito a scappare lasciando non solo la propria terra, ma anche tutti i beni e soprattutto gli affetti.
“Nel 2004 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha istituto il Giorno del Ricordo anche con l’obiettivo di farne una giornata di didattica ed è per questo che siete qui oggi - ha detto il sindaco Dario Tallone agli studenti -. Questa non è una giornata di festa, ma un’occasione importante per ricordare il dolore e le morti che la dittatura comunista di Tito ha provocato. Non dobbiamo pensare che le guerre siano lontante da noi, ne abbiamo una vicinissima che ci ricorda quanto è importante fare memoria”.
Proprio con l’obiettivo di costruire una consapevolezza storica che ripudi la guerra e i suoi orrori è stato da poco approvato dal Senato un Disegno di legge “per fa sì che voi studenti possiate fare viaggi di studio nella memoria - ha spiegato il senatore Giorgio Bergesio -. Non gite turistiche, ma viaggi di studio nei luoghi dove ci sono stai massacri durante le guerre, siano essi campi di concentramento o, ad esempio, le foibe. Un fondo di 2 milioni di euro l’anno che potrebbe già partire dal 2023. Si ricorda e si impara non soltanto parlando di queste tragedie ma anche vedendo di persona ciò che sono state queste realtà”.
Le iniziative per il Giorno del Ricordo si concluderanno venerdì 17 febbraio alle 11 nella cappella dell’istituto Salesiano di Fossano (via Verdi 22): sarà celebrata una messa in suffragio dei martiri delle Foibe e a ricordo degli esuli istriani, fiumani e dalmati, costretti ad abbandonare le loro terre. Subito dopo verrà deposta una corona presso il monumento commemorativo in piazza Norma Cossetto (vittima delle Foibe) alla presenza delle autorità, delle associazioni d’arma e degli allievi delle scuole cittadine accompagnati dagli insegnanti. La partecipazione è libera e aperta a tutti coloro che lo desiderano.