Il 10 febbraio 2013 a Fossano venivano ordinati diaconi permanenti Gianpiero Pettiti, Paolo Tassinari e Giuseppe Valenti; il 7 dicembre 2012 a Cuneo Ivo Becchio, Mario Marro, Piergiovanni Perrone, Pasqualino Viada, e poi ad aprile 2013 Pierpaolo Bellino. Un paio di anni prima Nino Mana, e poi Gabriele Cataldo e Salvatore Mottola. 10 anni di diaconato permanente nelle nostre due diocesi che vengono festeggiati domenica 12 febbraio alle ore 18 nella parrocchia di Centallo con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Piero e dall’emerito Giuseppe Cavallotto. Partecipano i presbiteri che in questi anni si sono avvicendati come responsabili del cammino di formazione diaconale: don Marco Tomatis, don Gian Michele Gazzola, don Gianni Riberi e don Ezio Mandrile.
Dove possiamo incontrare un diacono permanente nella Chiesa di Cuneo e di Fossano? In parrocchia, nel mondo del lavoro, in un servizio pastorale diocesano, accanto a persone fragili o in ricerca: a servizio della fede di ciascuno. In realtà è difficile, quasi impossibile, individuare i campi di azione del suo ministero, le modalità di esercizio come pure definirne “un modello” valido per sempre; queste sono solo alcune delle bellezze della figura del diacono permanente, che rimane aperta alle novità che lo Spirito di Cristo suggerisce alla Chiesa.
«Credo fortemente nella presenza dei diaconi - dice mons. Delbosco - e voglio cogliere l’occasione del decennale per ringraziarli del servizio che prestano nelle diverse realtà nelle quali sono inseriti. Un grazie speciale vorrei rivolgerlo alle mogli di ciascuno; sono donne forti e generose, che hanno condiviso il cammino di discernimento dei mariti, contribuendo in maniera vivace e costruttiva. Un grazie di cuore anche ai presbiteri coi i quali i diaconi sono chiamati a collaborare».
Don Ezio Mandrile, attuale incaricato per la formazione, racconta: «Quello del diacono, per me, è stata la scoperta di un mondo che non conoscevo se non per “l’uso” (nella Liturgia); nonostante le “spigolosità” che ciascuno di noi ha, mi ha positivamente colpito la costante ricerca di comunione tra i diaconi, la loro dedizione al ministero, il desiderio di preghiera e la partecipazione delle mogli ai momenti formativi».
E i diaconi, cosa dicono? Abbiamo raccolto alcune gioie: «Spesso mi incontro con persone che non frequentano le parrocchie ma che, talvolta, hanno più fede di me; mi ha sorpreso la richiesta di guidare momenti di preghiera sul Vangelo domenicale arrivata da alcuni amici e poi condivisa da altre persone; credo che il servizio liturgico sia non solo un aiuto al parroco ma anche servizio alla comunità e testimonianza cristiana; in questi anni ci siamo consolidati come gruppo condividendo i valori del ministero; quando mi incontro con gli altri diaconi ritrovo ogni volta entusiasmo ed energia; ascoltando gli anziani in casa di riposo mi lascio evangelizzare; sento la stima e l’affetto delle persone alle quali sono mandato; preparare l’omelia è sempre una occasione per riscoprire lo studio e la preghiera; aver incontrato preti diversi coi quali collaborare, mi ha fatto apprezzare le differenze di ciascuno».
E, ovviamente, qualche difficoltà: «In parrocchia fatico ad inserirmi, nonostante abbia iniziato il servizio da parecchio tempo; il parroco si fida di me, ma quando parlo con altra gente la mia voce conta poco; mi dispiace non poter conoscere tutti coloro che partecipano alla vita della parrocchia, vuoi a volte per mancanza di tempo, timidezza, o scarsa affinità caratteriale che certamente si potrà superare col tempo; credo che, non solo qui in diocesi ma anche a livello di Chiesa italiana si parli troppo poco del diaconato permanente; la sua figura non è ancora compresa da tante persone e, senza parlarne, rischiamo che dopo di noi nessuno voglia più intraprendere questo cammino; vorrei che qualche volta si pregasse per questa particolare vocazione; essere visto dalla gente per lo più a Messa, a fianco del parroco, non aiuta a capire la differenza tra me e lui».
Infine, l’auspicio comune: «Siamo certi che nelle nostre chiese di Cuneo e di Fossano, ci siano altre persone alle quali il Signore, per vie che lui solo conosce, stia rivolgendo la chiamata al diaconato permanente; confidiamo possano presto raccogliere questo invito. Ci rendiamo disponibili a far conoscere loro e alle comunità il nostro servizio».