Acsr: l’assemblea dei sindaci si spacca in due per il Sì al “biodigestore” di Borgo

Accesa discussione con 18 favorevoli e 18 contrari. Centallo conferma il No: “Mancano i rifiuti da conferire”

L'impianto Acsr di Borgo San Dalmazzo

Il biodigestore si farà. Lo ha stabilito la maggioranza dei Comuni dell’Acsr nella tumultuosa assemblea di venerdì 17 febbraio a Borgo San Dalmazzo. Il sì è arrivato a maggioranza, nell’ultimo giorno utile per dare conferma al ministero dell’accettazione dei fondi Pnrr. Decisivo il peso di Cuneo (che da solo vale il 38%), con la sindaca Pd Patrizia Manassero. Hanno votato sì altri 17 Comuni, tra cui Boves (con il sindaco di Forza Italia Maurizio Paoletti) e Argentera (con la sindaca e deputata di Fratelli d'Italia Monica Ciaburro), a testimonianza di un sostegno trasversale della politica (ma il Pd è spaccato e l’intervento contrario della deputata Chiara Gribaudo ha fatto rumore). Altri 18 Comuni, tra cui Centallo, hanno invece votato no, ma il loro peso, in quote, si è fermato al 24,6%. Tra di loro c’è anche Borgo San Dalmazzo, città sede dell’impianto, la cui opposizione - deliberata la sera precedente in Consiglio comunale - lasciava prefigurare uno spostamento degli equilibri che poi non c’è stato. Tre gli astenuti.

Compito del biodigestore è quello di smaltire i rifiuti organici producendo biometano, ovvero energia da immettere in rete che potrà garantire un introito economico. Il costo dell’intervento si aggira attorno i 16 milioni di euro, di cui 12 milioni 851 mila in arrivo da fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il resto da finanziare con mutuo. Per funzionare servono, però, 45 mila tonnellate l’anno di rifiuti che il Consorzio ecologico Cuneese non può garantire (ne produce 15 mila).

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 22 febbraio