,Proseguono i lavori di restauro del maestoso organo a canne della Cattedrale di Fossano. Nei giorni scorsi con lo smontaggio delle canne posizionate nel coro di destra sopra il presbiterio è iniziato il secondo e ultimo lotto dell’intervento della ditta Zanin, antica bottega organaria di Udine che ha già restaurato le canne presenti sul lato sinistro e sta lavorando alla consolle, attualmente sostituita da un organo più piccolo utilizzato durante le celebrazioni.
Il restauro, presentato nel giugno del 2021, si inserisce nel lungo elenco di interventi alla Cattedrale, basilica simbolo della Chiesa fossanese e monumento cittadino. Un progetto il cui costo sfiora i 340mila euro. (Ne avevamo parlato qui).
“L’organo della Cattedrale è un bene prezioso non soltanto per la Chiesa fossanese ma per tutta la città - commenta il vescovo di Cuneo e Fossano, mons. Piero Delbosco -. Con il suo restauro, si restituisce alla comunità uno strumento che non solo potrà accompagnare la preghiera e le celebrazioni, ma anche essere una risorsa per l’intero territorio”.
Messe e celebrazioni, ma anche concerti di livello, come quelli organizzati in passato con le rassegne organistiche, che si spera possano ritornare ad animare la basilica fossanese.
L’intervento, come si è detto, è frutto ancora una volta dell’impegno congiunto di vari enti che da sempre sostengono il patrimonio locale e la sua valorizzazione.
“Con il secondo lotto di restauro dell’organo della Cattedrale ci avviciniamo al completamento dell’intervento, che consentirà di utilizzare integralmente lo strumento e poter apprezzare un suono più pulito e definito - dichiara il presidente della Fondazione Crf Gianfranco Mondino -. Questo progetto è solo un ulteriore elemento del pluridecennale impegno della Fondazione Crf a favore della Cattedrale, punto di riferimento della comunità religiosa fossanese, per la quale negli anni ha finanziato il rifacimento integrale dei tetti, restauro di sagrato, facciata e affreschi della cupola, la messa in sicurezza del campanile, il rifacimento dell’impianto di illuminazione e nel 2022 dell’impianto audio”.
Ruolo fondamentale nel progetto è anche quello della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Fossano impegnata da anni grazie all’apporto delle aziende fossanesi e degli enti che la costituiscono.
“Siamo lieti di partecipare a questo grande progetto - spiega Luca Caramelli, presidente della Consulta - un intervento che restituisce splendore e piena fruibilità a uno strumento che per troppo tempo è stato utilizzato ben al di sotto delle sue potenzialità, a causa dei danni provocati da tempo e umidità. La Consulta ha partecipato al restauro con un impegno di 100.000 euro, cui si aggiungono ulteriori 100.000 euro dalla Fondazione Crf e 100.000 dalla Diocesi di Fossano e 33.000 euro dalla Fondazione Crt. La collaborazione tra i vari Enti coinvolti è stata fondamentale per consentire di avviare il progetto di restauro integrale dell’organo”.
Uno strumento imponente
“L’organo della nostra Cattedrale, tra i maggiori della provincia con le sue quasi 3.300 canne (alcune di oltre due secoli), è un bene prezioso e va valorizzato - spiega il maestro Riccardo Adamo, organista titolare della Cattedrale -. Il nostro strumento ha vissuto le diverse fasi dell’arte organaria, organistica e liturgica del nostro paese e ha al suo interno le stratificazioni storiche di due secoli di adeguamenti. L’organo è il ‘re degli strumenti’, all’interno della liturgia (come affermato anche dal Concilio Vaticano II), non è un semplice abbellimento ma è un elemento essenziale. Oltre alla sua principale funzione di strumento per la liturgia è anche testimone di cultura; preziose pagine organistiche sono state scritte nel corso dei secoli e rappresentano una ricchezza che deve essere preservata e tramandata”. (maggiori informazioni anche qui).
La storia
L’organo, in origine, risale al 1791, realizzato dalla celebre ditta organaria “Serassi” di Bergamo; disponeva di due tastiere ed era collocato interamente nella cantoria sul lato destro del presbiterio (cornu epistolae). Era uno strumento molto particolare, assai lontano dai nostri standard attuali, adatto anche all’esecuzione di musica di natura operistica, molto in voga nel ‘700 e ‘800 italiano (anche nelle nostre chiese!).
Con il movimento ceciliano d’inizio ‘900, che si batteva per un abbandono della musica di derivazione operistica e un ritorno al gregoriano e alla grande tradizione classica sacra, diversi organi vennero riformati. Anche il nostro strumento venne completamente adeguato alle nuove esigenze grazie ad un importante intervento nel 1918 realizzato dalla ditta Vegezzi Bossi che lo ampliò a tre tastiere e circa 2.600 canne.
Arriviamo all’ultimo ampliamento del 1988, spinto e voluto grazie all’impegno dell’organista Claudio Tomatis, lavoro realizzato dalla bottega organaria Tamburini di Crema, che portò l’organo a 3.282 canne. Lo strumento venne inoltre “diviso” nelle due cantorie ai lati del presbiterio e dotato di una trasmissione elettrica che ha permesso di distanziare la consolle (le tastiere e pedaliera) dalle canne stesse.
La necessità del restauro
Il passare del tempo, le infiltrazioni d’acqua e l’umidità, prima dei recenti lavori di rifacimento del tetto del duomo, hanno messo a dura prova lo strumento e negli anni diverse canne sono state danneggiate dalla caduta di detriti e calcinacci. “Il problema maggiore è lo stato di degrado dei somieri - spiega Adamo -. Il somiere è un elemento essenziale dell’organo, è la base di legno dove poggiano le canne che gestisce tutti i flussi di aria alle stesse. Il somiere utilizzato in questo strumento è di tipo ‘a vento diretto’, somiere ‘sperimentale’ che voleva imitare gli antichi somieri dei nostri organi storici. Purtroppo, a distanza di tempo, si è rilevato inefficiente ed è arrivato a noi in evidente stato di precarietà, non gestisce correttamente le pressioni dell’aria in modo uniforme ed è assai rumoroso.La commissione incaricata di analizzare la situazione dello strumento, l’ufficio liturgico nonché l’ufficio dei beni culturali ecclesiastici hanno così deciso di programmare questo necessario intervento anche per evitare il peggioramento di una situazione che poteva rivelarsi fatale nel prossimo futuro compromettendo definitivamente l’utilizzo dello strumento”.
Nel primo lotto dei lavori, iniziato nell’estate 2021 la ditta organaria si è concentrata a restaurare singolarmente le quasi 2.000 canne (sia di metallo che di legno) alloggiate sul lato sinistro, nonché a realizzare dei nuovi somieri comandati da una sofisticata centralina elettronica che permetteranno, tra l’altro, di ricollocare in modo differente (e più razionale) la struttura interna dello strumento prevedendo passaggi più agevoli per favorire l’ordinaria manutenzione e accordatura.
L’organo temporaneo
Nel periodo natalizio i lavori sono proseguiti con lo smontaggio della consolle, finalizzato al suo restauro conservativo. Per sopperire alla mancanza dello strumento, la ditta Zanin ha realizzato e prestato alla cattedrale un piccolo strumento a canne portatile che è stato posizionato al posto della consolle e che viene attualmente utilizzato durante le celebrazioni. Si tratta di uno strumento con circa 270 canne particolarmente adatto a chiese di medie/piccole dimensioni. Un’ottima alternativa (a canne) rispetto ai classici organi elettronici che simulano il suono dell’organo ma che, di fatto, non sono un vero strumento a canne.