La forza delle donne nella quotidianità: Clara Baudino Fiamingo

clara baudino fiamingo

Clara Baudino Fiamingo ci accompagna nel salotto zeppo di ricordi appoggiandosi “alla sua Berlina”, come dice sorridendo” e in questa battuta c’è la cifra di questa donna che a 94 anni sa prendere la vita con leggerezza e autoironia. Unica figlia femmina arrivata dopo otto maschi, a fine Anni Quaranta scelse una facoltà in cui le donne erano pochissime (Matematica) e quando mise su famiglia si trovò nuovamente in forte minoranza: tre figli maschi più il marito… Sarà per questo che, appena le è stato possibile si è occupata delle donne: andata in pensione, per oltre dieci anni è stata presidente della sezione fossanese del Cif (Centro italiano femminile).
Abbiamo fatto con lei una piacevole chiacchierata.

Alla facoltà di Matematica non c’erano molte ragazze…
Eravamo pochissime. Tra l’altro, il numero degli iscritti era elevato perché c’erano anche i ragazzi del biennio di Ingegneria. Facevano i primi due anni da noi per evitare l’esame di Fisica al Politecnico dove c’era un insegnante particolarmente severo. Tra questi c’era anche Piero Angela.

Com’era Piero Angela? Uno studente modello?
No, tutt’altro. Era simpaticissimo. Si metteva in ultima fila e ci faceva ridere con le sue battute. Era uno studente molto comunicativo, con cui stavamo tutti volentieri. Il suo cognome, Angela, portava a malintesi con gli insegnanti e giù risate. Quando lo vedevo spiegare fenomeni complicati in televisione mi domandavo come fosse stata possibile questa trasformazione. Lui non si laureò; iniziò a lavorare in Rai e lasciò il Politecnico.

Tu invece ti sei laureata. E poi? Hai iniziato subito a insegnare?
Subito ho dovuto occuparmi dell’azienda di papà, che nel frattempo era morto. Papà aveva un piccolo cementificio e aveva aperto un negozio di vernici e materiali edili in via Mazzini che gestiva mia madre.

(...)

Che bilancio ti senti di fare a partire dalla tua esperienza di donna lavoratrice e di donna impegnata nel sociale?
Posso dire che per una donna è faticoso portare avanti con serietà un lavoro, perché la famiglia grava soprattutto su di lei. Le donne dovranno sempre battersi per poter affermare il loro valore; è una battaglia tutt’altro che risolta. L’apporto delle donne sarebbe molto utile, in certi campi indispensabile vista la loro maggior sensibilità; purtroppo questo non viene riconosciuto.

L'intervista completa su La Fedeltà di mercoledì 1° marzo