La vita e la morte, e la morte come parte della vita. Che per i credenti non è la fine, ma il passaggio verso la vita eterna, la vita piena promessa da Cristo.
Un tema importante, soprattutto in un’epoca e in una cultura in cui la morte sembra essere messa da parte, un tabù, nella speranza non tanto di una vita eterna ma di una vita infinita o ancora di una eterna giovinezza.
Si parla di questo - e non solo - nella nuova puntata del viaggio a puntate nel Mab, Museo archivio e biblioteca di Fossano, una serie di video prodotti da la Fedeltà alla scoperta dei tesori della Chiesa fossanese.
Dopo aver parlato delle confraternite, della loro storia e di ciò che ancora si conserva di loro, in termini di documenti ed opere d’arte, in questa tappa del viaggio ci si concentra sui Battuti neri, la cui chiesa di riferimento era quella di via Negri, prima ancora utilizzata dagli Agostiniani e ora parte del complesso alberghiero di Palazzo Righini, utilizzata come Centro congressi Sant’Agostino.

La puntata si apre con il grande catafalco dipinto dal Boetto e utilizzato un tempo nelle cerimonie funebri e nelle messe di trigesima di notabili fossanesi. Sulle pareti di questa imponente struttura in legno immagini di morte, scheletri, teschi e la locuzione latina “Memento mori”, letteralmente “ricordati che devi morire”.
Parlare dei Battuti neri, la cui attività prevedeva tra l’altro la cura dei carcerati e dei condannati a morte e la loro pietosa sepoltura, significa parlare anche del Mortorio pasquale, solenne processione e cerimonia che si teneva il venerdì santo (vi è una rappresentazione del tutto simile ancora in uso a Villafalletto). Il Mab custodisce gli “oggetti di scena” di quella che era insieme una processione, una preghiera e una grande rappresentazione teatrale di popolo. La statua del Cristo (con gli arti snodati) era deposta dalla croce e portata in processione per le strade della città percorrendo via Roma, via Garibaldi fino al borgo Vecchio per poi tornare verso la via Maestra passando per via San Giovanni Bosco e rientrare ai Neri, dove con una toccante cerimonia, il corpo del Cristo veniva sepolto battendo sulle assi del palco montato sull’altare e su tutto il presbiterio si simulava la chiusura del sepolcro.
Altra cosa era invece la celebrazione della Resurrezione che avveniva ai Battuti bianchi il sabato di Pasqua, anche in questo caso con una statua che veniva tirata su grazie ad un argano che simulava l’uscita dal sepolcro.
Gli oggetti della passione di Cristo un tempo utilizzati nel Mortorio (fino al 1964, quando è stato soppresso) sono stati per anni esposti nel primo allestimento del Museo diocesano. Ed ora sono custoditi in attesa del nuovo museo che occuperà le sale del piano nobile del Vescovado.


Il servizio su la Fedeltà di mercoledì 1° marzo 2023.
Le altre puntate del viaggio tra i tesori della Chiesa fossanese:
Archivio storico e Biblioteca diocesana - Quinta puntata
Le Confraternite - Terza puntata
La Cattedrale - Seconda puntata
Il Vescovado - Prima puntata