Dopo il “via libera” del Parlamento europeo mancava soltanto un passaggio, che pareva una formalità; invece, a sorpresa, l’iter si è arenato e la sua conclusione slitta di fatto “a data da destinarsi”. Lo stop all’immatricolazione di auto e furgoni nuovi con motore a combustione, sul territorio dell’Unione europea a partire dal 2035, non è ancora deciso. Oggi (venerdì 3 marzo) il Coreper, l'organo che riunisce gli ambasciatori permanenti presso l’Unione europea, ha deciso di rinviare il voto previsto in giornata, dopo che si era già verificato uno slittamento nei giorni precedenti.
Se alcuni Paesi avevano già manifestato la loro opposizione allo “stop” per i motori endotermici - ma erano in minoranza -, nelle scorse settimane anche l’Italia ha espresso il suo “no” e, soprattutto, una certa riluttanza è emersa da parte tedesca. Berlino vuole una deroga per i carburanti biologici e sintetici. La richiesta – nel dettaglio – è che l’Unione Europea chiarisca se il bando ai vecoli endotermici si debba applicare anche quando, ad alimentarne i motori, siano non la benzina e il gasolio comuni, ma carburanti prodotti in modo tale che, almeno secondo alcune ricerche, sia possibile ritenerli “neutri” per quanto riguarda l’immissione di gas climalteranti.
Il futuro della mobilità, dunque, si mostra ancora una volta incerto. È evidente che l’«elettrico» avrà un ruolo sempre più importante, anche perché, al di là delle eventuali scelte della Ue, tutte le Case costruttrici investono in questa tecnologia e alcune di esse prevedono di produrre soltanto auto “alla spina.” Ma, al momento, non si può mettere una pietra tombale sui motori tradizionali, soprattutto se elettrificati con soluzioni ibride ed alimentati dai carburanti “alternativi” cari alla Germania.
Prevedibili le reazioni: se alcuni lamentano che allungare la vita ai motori endotermici significa ostacolare il raggiungimento della neutralità climatica, altri sostengono che evitando lo “stop” a questi propulsori si evita la perdita di numerosi posti di lavoro. Equilibrato l’ex ministro della Transizione ecologica, che in una intervista all’Huffingtonpost ha dichiarato: “Lʼelettrificazione va fatta, ma va resa sostenibile. In questa partita ci sono investimenti e prospettive tecnologiche importanti, ma ci sono anche cambiamenti di un intero comparto, lʼautomotive, che vanno programmati con grandissima attenzione. Altrimenti si possono creare, per troppa fretta, crisi economiche”.