Da Fossano fra le macerie di Antiochia

Fossanesi impegnati ad Antiochia dopo il terremoto

C’è un po’ di Fossano nell’ospedale da campo che la Regione Piemonte ha donato alla Turchia, dopo il terremoto d’inizio febbraio, e che è stato allestito ad Antiochia, in un’area sportiva vicina a quello che era il nosocomio cittadino. Operatori sanitari e volontari che vivono o lavorano nella città degli Acaja sono infatti tra i soccorritori impegnati fra le macerie. Per il numero de “la Fedeltà” in edicola da oggi (mercoledì 8 marzo), abbiamo raccolto le testimonianze di Mary Garelli e Donato Odetto, fossanesi nelle fila della Protezione civile, e di Sara Martinelli, fisioterapista che lavora al Ss. Trinità.

Mary e Donato sono tornati in Italia la scorsa domenica. Lei ha lavorato come aiuto-cuoca: proprio per rifornire di cibo i magazzini, usciva spesso dall’ospedale, e questo le ha permesso sì di vedere quanto sia estesa la devastazione della città, ma anche di conoscere molti residenti. Elettricista, Donato non si è occupato soltanto di gestire i gruppi elettrogeni, ma anche di riparare gli scaffali dei magazzini danneggiati dal terremoto. Entrambi ci parlano di un popolo che, pur avendo perso tutto, non rinuncia alla speranza e, soprattutto, manifesta enorme riconoscenza verso quanti sono giunti nel loro Paese per aiutarli.

Da sinistra, Donato Odetto e Mary Garelli con un altro volontario, Giacomo Bertolino

“Quando si è sparsa la voce che c’era un ospedale gestito da italiani, arrivavano anche da lontano”. È quanto riferisce, a sua volta, la fisioterapista Sara Martinelli: saluzzese, lei lavora all’ospedale di Fossano ed è rientrata anch’essa in Italia la scorsa domenica. Il suo ruolo lo ricopre ora un medico turco: l’obiettivo è infatti far sì che i sanitari del Paese gestiscano autonomamente l’ospedale donato.

La fisioterapista Sara Martinelli