Ieri, oggi e domani

Spirito Santo Messa In Palestra

Chiesa di mattoni no, chiesa di persone sì, siamo noi, siamo noi! Era l’inno che si cantava nella vecchia palestra dell’Itis negli Anni ‘80 quando la domenica si trasformava in chiesa. La moquette a terra per non rovinare il campo da basket, le sedie pieghevoli, un tavolo come altare, i fiori, l’angolo per il coro, l’impianto audio. E si cantava anche nelle messe feriali nei garage, nei saloni condominiali, nei cortili. Un inno che diceva l’importanza di sentirsi comunità. E che la comunità veniva prima delle strutture. In quegli anni si è vissuta un’esperienza missionaria forte, in una terra che non era esattamente ritenuta terra di missione, ma che ha fatto sperimentare la bellezza e la vitalità delle cose desiderate e costruite insieme. La fatica, certo, ma soprattutto la bellezza della condivisione. Artefice di tutto questo, un missionario da poco rientrato dalla sterminata Patagonia. Portava quello spirito innovatore, quel coraggio e quella fantasia che nel vecchio continente, così ricco di storia e così “strutturato”, un po’ si erano assopiti. Ripensandoci dopo quarant’anni pare una follia. Anche se ancora scalda il cuore. Don Renzo e quel canto che era insieme sogno e profezia. Oggi forse non è più tempo di sognare la costruzione di una chiesa nuova, ma di lavorare per un nuovo modo di dire Chiesa. È questa la nuova sfida. E in questo senso la bella iniziativa della parrocchia dello Spirito Santo che per una sera tornerà a celebrare la messa nella palestra non è un semplice “amarcord”. È fare memoria di una storia importante e guardare avanti, al futuro. “Anticipare il futuro”(per usare uno slogan che ha accompagnato il cammino dei gruppi giovani di tanti anni fa). Ora che c’è la chiesa di mattoni, paradossalmente è urgente uscire, andare per le strade, nel mondo, sapendo che c’è sempre un luogo in cui tornare e sentirsi a casa.