Dieci anni con Papa Francesco

Il 13 marzo 2013 iniziava il Pontificato del card. Jorge Bergoglio

Vaticano, 21 Ottobre 2020
(foto SIR/Marco Calvarese)

Oggi, 13 marzo, ricorre il decimo anniversario dell’elezione al Soglio pontificio di Papa Bergoglio. Tanti gli auguri giunti al santo Padre, da tutto il mondo.

Cei: “Ci ha insegnato a uscire e a stare in mezzo alla strada"

A partire da quelli della Conferenza episcopale italiana, che scrive in una nota: “In questo tempo, ci ha aiutato a capire quanto il Vangelo sia attraente, persuasivo, capace di rispondere ai tanti interrogativi della storia e ad ascoltare le domande che affiorano nelle pieghe dell’esistenza umana. Ci ha insegnato a uscire, a stare in mezzo alla strada e soprattutto ad andare nelle periferie, per capire chi siamo. Possiamo conoscere davvero noi stessi solo guardando dall’esterno, da quelle prime periferie che sono i poveri: Lei ci ha spinto a incontrarli, a vederli, a toccarli, a fare di loro i nostri fratelli più piccoli. Perché, come ci ha ricordato più volte, la nostra non è una fede da laboratorio, ma un cammino, nella Storia, da compiere insieme”. La Presidenza della Cei esprime la “gratitudine per aver accolto l’eredità di Benedetto XVI e per averci accompagnato, a partire dall’Anno della Fede, incoraggiandoci a vivere da cristiani nelle tante contraddizioni, sfide e pandemie di questo mondo. Insieme alle Chiese che sono in Italia, Le porgiamo i più cari auguri per questo anniversario, assicurandoLe la nostra vicinanza operosa e la nostra preghiera”.

Card. Zuppi: “La sua fede ci spinge a capire le nostre vite a partire dai poveri”

Concetti ripresi dal card. Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in un video messaggio: “La fede di Francesco non è di laboratorio ma di cammino, è nella storia. Ci ha aiutati a capire quanto il Vangelo sia attraente e persuasivo, quanto risponda alle vere domande. E quindi bisogna ascoltare le tante domande per dare risposta. I suoi fratelli cardinali sono andati a prenderlo alla fine del mondo e Francesco ci ha spinto ad uscire, a stare in mezzo alla strada e in periferia per capire chi siamo. Questo è faticoso – osserva Zuppi – perché tutti noi preferiamo starcene tranquilli nel nostro giardino. Invece capiamo chi siamo soltanto guardando le prime grandi periferie che sono i poveri. Ci ha spinto a conoscerli, capirli e toccarli. A capire le nostre vite a partire da loro”. “Ci ha insegnato tre parole: permesso, scusa e grazie”, conclude il presidente della Cei: “Ecco, noi diciamo una grande grazie a Francesco”.

Il grazie dei vescovi europei per il suo “magistero europeo” e l'appello a una pace giusta in Ucraina

Nel decimo anniversario di pontificato, i vescovi europei si uniscono a Papa Francesco nell’appello per una pace giusta in Ucraina; ringraziano il Papa per il suo ampio “magistero europeo”, ripercorrendone alcune delle tappe fondamentali; rimettono in luce l’impegno di “aiutare l’Europa a ritrovare il volto sempre giovane di Gesù e la sua sposa”. Sono i contenuti principali della lettera di auguri che la Presidenza del Ccee, a nome di tutti i vescovi europei, ha inviato a Papa Francesco.

La Presidenza del Ccee nota che “da quando è avvenuta l’invasione dell’Ucraina, non si è mai stancato di chiedere la fine della guerra e di pregare per le vittime di questo conflitto”. Per questo, “insieme alle nostre comunità ecclesiali, vogliamo unire la nostra voce alla Sua e rinnovare l’appello a quanti hanno autorità sulle nazioni perché si giunga, prima possibile, a una pace giusta per il popolo ucraino”. In questi anni, nel suo “magistero europeo”, i vescovi europei ricordano che, il Papa "non ha mancato di mettere in luce alcune delle sfide più grandi del continente: dall’inverno demografico all’identità europea che “è sempre stata dinamica e multiculturale”, dal diritto alla vita fino al diritto all’accoglienza.

Il Ccee sottolinea che dei 40 viaggi apostolici di Papa Francesco, 15 sono stati dedicati al continente europeo. Durante questi viaggi, il Papa ha potuto visitare 20 nazioni europee, e in 12 di queste la popolazione non era a maggioranza cattolica. La scelta dei viaggi in Europa di Papa Francesco ha dunque mostrato concretamente una opzione preferenziale per le “periferie esistenziali” dei cattolici in Europa, nonché una chiara opzione a favore del dialogo ecumenico. “Oggi, mentre c’è una guerra nel cuore dell’Europa, è necessario che l’Europa guardi dentro sé stessa, e ritorni a quella spiritualità e religiosità che sono il primo seme della riconciliazione tra i popoli. Il magistero europeo di Papa Francesco incoraggia proprio a guardare a quel nerbo spirituale che, per quanto nascosto, non è mai venuto meno”.