Record di salvataggi per il Soccorso alpino

Chiamate in aumento, per i volontari piemontesi, anche grazie a una migliore copertura telefonico; tra gli infortunati, più uomini che donne

C’è che dice che nel 2020, complici le restrizioni contro la pandemia di Coronavirus, molti italiani si siano innamorati della montagna. Evidentemente, è un amore non effimero, che anzi si è in seguito rafforzato: lo scorso anno, il Soccorso alpino e speleologico del Piemonte ha effettuato numerosissimi interventi, come emerge dal  report presentato alla stampa in questi giorni. “Nuovi picchi di operatività - commentano dall’Ufficio stampa - hanno caratterizzato il lavoro del Soccorso alpino e speleologico Piemontese nel corso dell’anno 2022: seguendo il trend avviato durante la pandemia, tornano a superare quota 2000 gli eventi gestiti dalla Centrale operativa, mentre sono 1.310 le missioni effettuate e 1.596 le persone soccorse”.

In particolare, quest’ultimo dato segna il record storico per il Soccorso alpino e speleologico piemontese. “Non è facile spiegare un risultato di questo genere - continuano dall’Ufficio stampa - anche se, statisticamente, è evidente come una maggiore frequentazione della montagna piemontese sia correlata a un aumento degli infortuni e delle situazioni di emergenza. Da questo punto di vista, l’andamento meteorologico dell’intero anno, che ha provocato situazioni drammatiche di siccità, può aver favorito le opportunità di frequentazione delle terre alte e fatto crescere il numero di persone soccorse”.

Come lavora il Soccorso alpino
Al Corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, ovvero il Cnsas - questi il nome e la sigla complete - la Repubblica italiana attribuisce le attività di soccorso e recupero degli infortunati in montagna, in ambiente ipogeo e in terreno impervio; per quanto riguarda il soccorso sanitario, il Cnsas piemontese opera in convenzione con la Regione.
Ogni intervento del Soccorso alpino e speleologico piemontese prende avvio dalle chiamate di emergenza che la centrale del Numero unico delle emergenze, il 112, inoltra alla sua Sala operativa di Grugliasco, che ovviamente opera senza interruzione per tutto l’anno, 24 ore al giorno.
Quando sia necessario effettuare una missione di soccorso, questa può avvenire in due modi, con il supporto dell’eliambulanza del Servizio regionale di Elisoccorso o esclusivamente con le squadre a terra.

Altri numeri (in crescita)
I 2.122 interventi gestiti nel 2022 superano, di oltre un centinaio, quelli registrati nell’anno precedente: è la conferma, osservano dall’Ufficio stampa, di “un andamento decennale che segna un costante aumento delle chiamate, grazie anche al miglioramento delle infrastrutture telefoniche mobili, che consente di effettuare una chiamata di emergenza dalle aree più remote della regione, e grazie ad applicazioni per smartphone, tra cui Georesq sviluppata proprio dal Soccorso alpino e speleologico”.
La tendenza prevalente, per chi ha bisogno di aiuto, è servirsi del telefono; ma occorre ricordare che, nonostante la “copertura” sia aumentata, ci sono ancora ampie aree dove manca il segnale.
Sull’aumento degli interventi incidono anche le richieste prevenienti dai comprensori sciistici. Comprensori che nel 2021 patirono le disposizioni anti-Covid e che nel 2022 sono tornati alla normalità.

Dal telefono al campo
Sul totale delle chiamate che hanno raggiunto i tecnici della Centrale operativa, sono seguite 1.310 sono state le missioni “sul campo” effettuate dai tecnici del Soccorso alpino e speleologico piemontese. Ancora l’Ufficio stampa: “Si tratta di una sensibile flessione rispetto al 2021, quando le missioni erano state 1.492. Occorre però sottolineare che nei due anni precedenti erano notevolmente incrementate le operazioni di Protezione civile in cui il Soccorso alpino e speleologico era stato chiamato a supporto delle strutture sanitarie nella gestione della pandemia”.
Da segnalare il fatto che il 38% delle chiamate, cioè 812, sono state risolte dai tecnici della Centrale operativa o sono state inoltrate ad altri enti per competenza: “Si tratta, soprattutto, di chiamanti dispersi che, grazie al miglioramento delle tecnologie di localizzazione, vengono individuati e guidati telefonicamente senza la necessità di allertare le squadre di soccorso”.
Una piccola percentuale è costituita da "false chiamate".

Le cause degli incidenti
Delle 1.596 persone recuperate nel 2022, l’80,8% ha richiesto un intervento di soccorso tecnico-sanitario: 438 gli illesi (27%), 1.083 i feriti (68%) e 75 i deceduti (5%). Il numero di morti mostra, per fortuna, un netto calo rispetto agli anomali 92 decessi del 2021, riportando il dato più vicino alla media pluriennale.
Le principali cause di infortunio in montagna sono le cadute (48%) seguite dai malori (19%); gli infortunati sono uomini nel 76% dei casi e donne nel 24%. Infine, il 92% delle persone soccorse era in montagna per svago e divertimento, contro il 6% di residenti e il 3% di persone che si trovavano in terreni impervii per lavoro.