Terremoto Siria e Turchia, nelle diocesi di Fossano e Cuneo raccolti 83 mila euro

Il punto sulla situazione con la Caritas, impegnata a sostegno delle popolazioni colpite dal terribile sisma il 6 febbraio. I frutti della colletta diocesana del 19 febbraio

Terremoto Siria e Turchia
(Foto Caritas Siria)

Papa Francesco in una sua catechesi di alcuni anni fa affermava che noi cristiani «siamo gente più di primavera che d’autunno». A primavera non ci sono ancora i frutti, ci sono solo i germogli e non dappertutto. Alcuni campi sembrano ancora aridi; alcuni boschi sono ancora sconvolti dalle ultime tempeste di inverno. Ma anche lì, sottoterra, ci sono dei semi pronti a germogliare, che il Signore affida alla nostra responsabilità e al nostro impegno quotidiano.

È quanto avvenuto nelle diocesi di Cuneo e di Fossano dopo il terremoto che ha colpito Turchia e Siria il 6 febbraio scorso. La colletta diocesana del 18 e 19 febbraio, che ha anticipato quella nazionale indetta per domenica 26 marzo, è stata un segno evidente della volontà del nostro territorio di sentirsi fratelli tutti, coltivatori di speranza, coltivatori di quella rinascita a cui la primavera anela. Tra privati cittadini, associazioni e parrocchie sono stati raccolti complessivamente 82.805 euro. In diocesi di Cuneo la colletta ha fruttato 57.720 euro (41.270 nelle parrocchie, 16.450 grazie ad associazioni e privati), in quella di Fossano 25.085 euro (18.800 nelle parrocchie, 6.285 da associazioni e privati).

Le offerte verranno inviate a Caritas italiana che, grazie alla rete di Caritas Internationalis, finanzierà il sostegno alle comunità colpite nel viaggio ardua della rinascita. Nell’immediato i progetti riguardano principalmente l’assistenza umanitaria per fornire cibo, alloggio, beni di prima necessità con una particolare attenzione ai più vulnerabili come gli anziani, i minori, i malati, i disabili. L’accoglienza richiede anche la messa a disposizione di mense per la fornitura di pasti, strutture per una assistenza sanitaria, spazi per l’accoglienza e l’animazione dei bambini.

In prospettiva l’impegno è di restare accanto alle comunità colpite per un periodo medio-lungo perché ci sarà bisogno di rimanere a fianco delle persone colpite anche dopo questa prima fase di emergenza. Gli ambiti di impegno più importanti saranno: il supporto psicologico per far fronte ai traumi vissuti da tante persone; la riparazione e la ricostruzione di abitazioni e di strutture socioeducative e comunitarie; la riabilitazione e l’avvio di attività economiche a gestione familiare, di promozione dell’occupazione e dell’autoimpiego. Il terremoto ha colpito comunità e territori che erano già caratterizzati da gravi situazioni di povertà e vulnerabilità, sia in Turchia sia in Siria. Quindi, oltre a prendersi cura dei bisogni materiali, Caritas organizzerà anche iniziative di inclusione sociale dei più vulnerabili e azioni di ricostruzione dei legami comunitari. È lo spirito di partecipazione e condivisione che rimette al centro la carità, come nelle prime comunità cristiane, con la capacità di trovare forme nuove di solidarietà e di prossimità, di costruire legami e relazioni.

“In entrambi i Paesi gli operatori e i volontari di Caritas - si legge in un comunicato di Caritas italiana - stanno distribuendo cibo, acqua, coperte, materassi agli sfollati accolti nei diversi centri, e stanno verificando i bisogni e le condizioni di sicurezza per la pianificazione di interventi più organici. Caritas Siria è attiva con 295 operatori e volontari siriani ad Aleppo, Lattakia e Hama, all’interno dei vari centri che accolgono gli sfollati in scuole, chiese, moschee, palestre o campi spontanei. Particolarmente grave la situazione per i tanti anziani, più vulnerabili al freddo e al disagio nei centri di accoglienza, nonché al trauma di aver perso le proprie abitazioni. Un gruppo di volontari di Caritas Libano è partito da Beirut alla volta di Lattakia per affiancare Caritas Siria nell’aiuto alle popolazioni colpite. Si tratta di giovani volontari, formati grazie a un progetto sostenuto da Caritas italiana. In Turchia si mantiene un contatto costante con gli operatori di Caritas italiana presenti a Istanbul in appoggio alla Caritas nel Paese, che opera in continuo raccordo con le autorità locali per l’organizzazione degli aiuti”.