I soci più fedeli del Cai di Fossano

Premiati, nella sede di via Falletti, gli iscritti da più anni: c'è anche lo storico gestore del Migliorero

Il Cai di Fossano ha premiato i soci più fedeli
Da sinistra Beniamino Bagnis, Giuseppe Sanmorì, il presidente del Cai fossanese Imberti ed Elio Panero

La montagna è fatta di passione, di panorami che restano non solo nelle fotografie ma anche nel cuore, dell’inconfondibile vento che soffia a 3mila metri; ma, a volte, è fatta anche di numeri. Lo scorso 18 marzo, nella sede al numero 28 di via Giuseppina Falletti, il Cai di Fossano ha presentato il resoconto dell’attività svolta nel 2022 e premiato i suoi soci più “fedeli”. Un’occasione di festa dunque, nel corso della quale si è però dovuto parlare anche dei danni riportati dal rifugio Migliorero in valle Stura: la struttura, di cui la sezione fossanese del Club alpino italiano è proprietaria, è stata in parte “scoperchiata” da una tromba d’aria.

Tesserati in aumento
Sul fronte delle iscrizioni al Cai fossanese, si registra finalmente un’inversione di tendenza: nel 2022 il numero dei tesseramenti è tornato a salire, mentre negli anni precedenti, complici le disposizioni anti-Covid che nel 2020 e 2021 hanno limitato (anche) le attività all’aperto, si osservava un calo. Nel dettaglio, lo scorso anno si sono tesserate 401 donne e  527 uomini, per un totale di 928.
Sempre nel 2022, il Cai di Fossano ha proposto 79 gite di tipo escursionistico, che hanno occupato 113 giornate; ben 2120 le presenze registrate. La proposta della sezione fossanese del Club alpino italiano è, da tempo, molto articolata: da citare il Gruppo escursionismo, il gruppo seniores “Coj del fià curt”, quelli di “Camminando insieme” che organizzano gite al giovedì e al sabato, il gruppo alpinistico Dario Oreglia di Bene Vagienna che a sua volta fa capo al Cai di Fossano, il gruppo di ciclo-escursionismo, il gruppo montagna-terapia che coinvolge il Centro diurno di Fossano. Numeri - quelli fatti registrare da tutte queste realtà - che sarebbero stati ancora più grandi se non fosse stato necessario annullare qualche gita per maltempo, e a cui vanno aggiunte le attività che hanno coinvolto le scuole fossanesi.
Non meno importante l’impegno del Coro Albino Bonavita e del Gruppo lavoro sentieri impegnato nella manutenzione dei sentieri del Pescatore, del Pastore e padre Dario. Il Cai di Fossano mette inoltre a disposizione dei soci la palestra d’arrampicata allestita nel Palazzetto dello sport. Da ricordare, infine, come nella sede di via Giuseppina Falletti sia disponibile molto materiale dedicato alla montagna che si può scoprire senza scarponi ai piedi: ci riferiamo alla biblioteca e alle ormai “vintage” videocassette.

Per Sanmorì 60 anni di fedeltà
Della montagna ci si innamora, ed è un amore che spesso dura per tutta la vita. Il Cai, a sua volta, premia i soci più fedeli. Una “regola” che vale ovviamente anche a Fossano.
Sempre lo scorso 18 marzo, il presidente del Cai fossanese Osvaldo Imberti ha consegnato i distintivi ai soci iscritti da più tempo. Renzo Alocco, Alessandro Berta, Annalisa Longo, Sergio Musso, Orsola Valanca ed Ezio Vinai sono stati premiati per i 25 anni di fedeltà; Beniamino Bagnis ed Elio Panero per i 50; Giuseppe Sanmorì per i 60.
Beniamino Bagnis è stato per 30 anni il custode del rifugio Migliorero: la sua eredità è stata raccolta dal figlio Oscar, a cui il Cai di Fossano ha affidato la gestione della struttura nel 2012.
Sono stati inoltre ricordati Riccardo Bonavita e Diego Cischino, soci scomparsi nel 2022.

Il Migliorero, perla dell’Ischiator
“Perla dell’Ischiator” è stato definito il rifugio Migliorero, collocato sopra uno sperone roccioso che sembra sbarrare l’omonimo vallone.
Nel 2022 si sono contati 1012 pernottamenti. Se gli italiani costituiscono, com’è prevedibile, la fetta più grande di escursionisti ed alpinisti ospitati, occorre segnalare anche la presenza di tedeschi, francesi, svizzeri, olandesi, austriaci e un belga.
Sempre lo scorso anno, è stata migliorata la sicurezza della struttura, attraverso l’installazione di una nuova “linea vita” con ancoraggi sul tetto e di una nuova scala di sicurezza sempre per l’accesso al tetto, a cui si aggiunge la sostituzione delle porte delle camere al primo piano con modelli scorrevoli, grazie ai quali, in caso di emergenza, è più facile raggiungere il corridoio e di qui l’esterno.
Purtroppo, in questo mese di marzo una tromba d’aria ha danneggiato parte della copertura: unica consolazione è che siano salvi i pannelli fotovoltaici, la cui sostituzione sarebbe stata molto costosa. Al momento, non è possibile effettuare un intervento definitivo, per le ovvie difficoltà di accedere al rifugio: la situazione è stata “tamponata” con dei teli di nylon, che proteggono l’interno della struttura dalle intemperie.